Castello di Saint-Pierre

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Castello di Saint-Pierre
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Castello di Saint-Pierre ©2015 Massimo Martini

Introduzione

Il castello di Saint-Pierre sorge sopra uno sperone roccioso che domina il paese, sovrastando l'abitato e la chiesa, col bel campanile romanico, e fronteggiando il castello di Sarriod de la Tour. Pur se in dimensioni ridotte, Saint-Pierre presenta tutti gli elementi costitutivi della primitiva tipologia del castello valdostano, con la cinta muraria, la torre ed un nucleo residenziale. E in questo piccolo castello arroccato su uno sperone roccioso troviamo anche una semplice ma incisiva esemplificazione di come il susseguirsi di piccoli interventi nel corso del tempo possa mutare quasi radicalmente l'aspetto di un organismo architettonico: dal severo "castrum" del 1408, passando per la "maison de delices" vista dal de Tillier fino al "pasticcio alla Walt Disney" descritto nel 1975 da Zanotto.

Descrizione architettonica

Quando nel 1408 Giovanni di Saint-Pierre viene investito di una parte del feudo e di metà del castello, questo è descritto con queste parole:
"medietatem castri Sancti Petri Castri Argentei, in qua medietatem est una turris vocata antiturris una domus sita iuxta primam portam dicti castri qui appellatur domus de porta, et una sala quae attingit secundam ianuam dicti castri unam cum curte in medio eorundam cum eorum appendentiis et pertinentiis universi"
Da questa sommaria descrizione possiamo riconoscere, nel piccolo castello di Saint-Pierre, tutti gli elementi costitutivi della primitiva tipologia del castello valdostano. Le ridotte dimensioni dello sperone roccioso hanno obbligato i costruttori a comprimere i corpi di fabbrica attorno ad un piccolo cortile, ma gli elementi costitutivi del castello ci sono tutti e li riconosciamo facilmente nelle parole latine della descrizione: innanzitutto troviamo, vicino alla porta d'ingresso al castello, un'antitorre avente funzione residenziale, seguita da un secondo accesso e da una sala, il tutto intervallato da una piccola corte interposta.
Dopo il 1603 Pietro Filiberto Roncas marchese di Caselle, proprietario del castello, promuove interventi di ampliamento e di abbellimento del castello, di cui il de Tillier ci parla con questa entusiastica descrizione:
"une maison de delices, où tout ce qu'il y avoit de personnes de condition et de merite, tant étrangers que du duché, etoint reçus et festoyés de son vivant, avec toute la courtoisie qu'on pouvoit attendre d'un seigneur aussi riche et aussi genereux qu'il estoit. Les appartaments, les peintures et les meubles de cette maison, tout y etoit magnifique e bien ordonne"
La dimora raffinata di un ricco e generoso signore, dunque, con appartamenti, dipinti e mobili magnifici, una vera "casa di delizie" dove ogni ospite che fosse persona di una certa condizione e di buon merito, straniero o del ducato, veniva accolto e festeggiato con cortesia dagli abitanti del castello.
È su questa struttura, rimaneggiata rispetto al primo impianto ma pur sempre coerente con la logica del castello, ammirata da John Ruskin, che ne ha lasciato schizzi ed una descrizione, che si attua il restauro promosso da Emanuele Bollati.
Questi, acquisito il castello nel 1873, incarica l'architetto Camillo Boggio di un intervento che stravolge il castello nella sua essenza.
L'aspetto più evidente di questo restauro sono infatti le quattro torrette pensili di forma cilindrica disposte sui quattro angoli del mastio. In effetti una soluzione di questo tipo è presente anche nel castello di Pilato a Nus, ma qui a Saint-Pierre la posizione sopraelevata del castello, unita alla particolarità delle quattro torri e alle profonde arcatelle pensili che sorreggono il camminatoio, ci fa davvero pensare, almeno per un istante, di essere davanti al castello di Cenerentola o di Re Artù.
Sebbene questa trasformazione sia stata oggetto di aspre critiche in campo architettonico (per aver manomesso irrimediabilmente l'esistente), bisogna riconoscere che il castello, forse proprio per il suo particolare aspetto fiabesco, ha incontrato il favore della gente. Spesso è stato utilizzato come icona della Valle d'Aosta, anche perché l'insieme del castello con la chiesa sottostante, costituisce uno scenario molto suggestivo.

Cenni storici

Il castello e il paese di Saint-Pierre prendono il nome dalla famiglia de Sancto Petro; già nel 1191 i fratelli de castro Sancto Petro compaiono fra i testimoni nella carta delle franchigie, ma come spesso accadeva all'epoca, il castello era tenuto in cosignoria, tanto che nel 1287 Giacomo di Quart risulta infeudato di metà del castello, insieme ai due fratelli Guglielmo e Daniseto de Sancto Petro.
La cosignoria tende a diventare sempre più intricata, un vero groviglio di nomi e di date; ricordiamo soltanto che nel 1321 Ugoneto de Sancto Petro vende una porzione del feudo al conte di Savoia mentre nel 1351 la porzione di feudo di proprietà dei Gontard era stata ridotta ad manus domini e quindi acquistata da Enrico di Quart nel 1355. Poi nel 1405 Ibleto di Challant nelle sue ultime volontà destina il castello di Saint-Pierre al figlio Giovanni; nel 1408 Giovanni di Saint-Pierre è investito di una parte del feudo e di metà del castello, mentre nella redditio castrorum del 1409 il castello risulta consegnato da Ibleto di Challant e la casaforte che ad esso apparteneva da Beatrice, vedova di Villeto di Morgex e nipote di Giovanni di Saint-Pierre. Gli stessi Saint-Pierre consegnano il castello nelle udienze del 1430.
L'ultimo rappresentante maschio della famiglia Saint-Pierre muore lasciando la figlia, che eredità le proprietà della famiglia e per matrimonio nel 1507 le trasmette al marito Jean Vulliet, primo segretario di Stato del duca Carlo II.
Il 13 marzo 1603 la famiglia Vulliet cede il castello a Pietro Leonardo Roncas, il cui figlio è quel Pietro Filiberto Roncas marchese di Caselle che promuove quegli interventi di ampliamento di cui ci ha dato testimonianza il de Tillier.
Alla morte di Pietro Filiberto, quasi a contrastare con le ricchezze che egli aveva conferito, in vita, al castello, questo cade di fatto in abbandono, essendo affidato a famiglie forestiere che non lo abitano e non ne curano la manutenzione.
Nel 1798 il castello di Saint-Pierre viene acquisito dalla famiglia Gerbore e quindi, nel 1873, da Emanuele Bollati. È prima di questa data che John Ruskin vide il castello di Saint-Pierre. John Ruskin (1819-1900) è senz'ombra di dubbio un personaggio complesso e dalla personalità sensibile e sfaccettata; esteta e critico dell'arte, esponente di spicco del pensiero neogotico, era affascinato, come ogni perfetto romantico, dal tema della rovina e del sublime, che trascendeva in uno sviscerato odio per il progresso ed in una forte nostalgia del passato.
Emanuele Bollati diede l'avvio al progetto di Camillo Boggio, che eseguì lavori di rifacimento e di modifica delle strutture esistenti. L'intervento stravolse l'edificio per soddisfare le esigenze estetiche del committente a discapito della memoria storica del costruito.
Attualmente il castello, di proprietà del comune di Saint-Pierre, è sede del museo di scienze naturali.

Il Museo Regionale di Scienze Naturali

Dal 1975 il castello di Saint-Pierre ospita il Museo di storia naturale della "Société de la Flore Valdôtaine", fondato nel 1905 e divenuto Museo regionale di scienze naturali nel 1985.
Il museo si articola in nove sale, disposte all'interno degli ambienti del castello di Saint-Pierre, nelle quali il visitatore può conoscere i molteplici aspetti dell'ambiente naturale valdostano.
La prima sala, che occupa l'antica scuderia del castello, è dedicata agli aspetti mineralogici e geologici del territorio regionale.
La seconda sala tratta gli aspetti climatici e glaciologici della Valle.
Nella terza sala è esposta la collezione osteologica, cioè riguardante l'apparato osseo, del Parco Nazionale del Gran Paradiso, riguardante gli stambecchi.
Nelle sale quarta e quinta l'interesse e' spostato sulla flora valdostana, sulle sue origini, i rapporti con l'ambiente e poi sulla vegetazione tipica della Valle d'Aosta (boschi, arbusteti, praterie).
Al piano superiore si trovano le altre sale; nella sesta sala sono stati ricostruiti quattro ambienti tipici valdostani, ciascuno dei quali presenta esemplari caratteristici della flora e della fauna.
La settima sala è dedicata alla fauna ornitologica, con l'analisi di aspetti biologici e sistematici.
L'ottava sala tratta grandi e piccoli mammiferi mentre la nona sala ospita insetti e reperti di vari ordini.

Accesso:    Acqua Uscita: Aosta Ovest -> seguire direzione Saint-Pierre
Informazioni per i visitatori

Orari di visita:

Apertura    Orari feriali    Orari Domenica e festivi    Giorno Chiusura
Dal 01/04 al 30/09    ore 09.00-19.00    ore 09.00-19.00    Sempre aperto
I gruppi organizzati possono prenotare telefonicamente al numero sottoindicato.

Tariffa d'ingresso:    3€
Informazioni:    0165/903485

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    12/09/2013
    Ritratto di massimo
    massimo

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