Piz Julier

Ritratto di francorossi.geologo
francorossi.geologo
0 votes
+
Vote up!
-
Vote down!
Quota di partenza: 
2 130 m
Quota di arrivo: 
3 380 m
Dislivello: 
1 250 m
Tempo di salita o complessivo*: 
4h30'
Tempo di discesa: 
3h00'

Introduzione

Il Piz Guglia (o Piz Julier) è la montagna che domina Sankt Moritz, dall'altro lato rispetto al gruppo del Bernina. E' un vero castello turrito, apparentemente inaccessibile, ma sul cui lato SE si snoda un incredibile sentiero attrezzato, che ne percorre la cresta e in parte la parete S. Guardando dallla Fuorcla Albana la montagna, sembra impossibile che vi ci si possa salire senza troppe difficoltà, ma invece è proprio così: alcune lastre di pietra appositamente poggiate allargano la cresta dove sarebbe altrimenti troppo affilata, mancorrenti e catene danno sicurezza anche dove forse sembrerebbero superflue e l'itinerario si insinua lungo cenge e canali, sempre ottimamente segnato. Basta non soffrire di vertigini e aspettare che la montagna si sgombra di neve. Lassù si può trovare una moltitudine di escursionisti, tra i quali anche giapponesi, americani ..., gli stessi che passano le vacanze a Sankt Moritz. Il panorama dalla vetta su tutta l'Engadina è bellissimo, ma la gita stranamente non è molto conosciuta dagli escursionisti italiani (e quasi mai citata sulle nostre pubblicazioni specializzate della zona).

Descrizione

Dopo un primo breve tratto in leggera discesa tra grossi blocchi, si risale la ripida morena e ci si immette in alto nel vallone dell'Albana, che diventa poco inclinato dopo aver piegato sulla destra. La stretta incisione del vallone sotto la forcella viene superata dal sentiero con risalita e discesa sul ripido fianco sinistro (ma conviene percorrere i grossi massi dell'incisione stessa per non perdere poi dislivello). Con ripida salita sul detrito fine si risale finalmente alla Fuorcla Albana dove giunge anche il sentiero che sale da Sankt Moritz. Ora non resta che percorrere la lunga cresta lungo il sentiero attrezzato sempre ottimamente segnato. Non bisogna perdere i bolli bianco-blu per non trovarsi subito in situazioni complicate; tra l'altro nei tratti con detrito mobile il sentiero segue i fianchi più saldi dove si eviterà così anche di far cadere sassi sugli escursionisti sottostanti. La salita è esaltante: sembra sempre impossibile proseguire e invece il percorso si rivela sempre estremamente facile e le catene e i corrimano sono in gran parte superflui (difficoltà al massimo di I grado). Dopo la prima parte in cresta, si raggiunge un forcellino, si passa per pochi metri sul versante N in ombra (a picco sul tetro ghiacciaio) e poi si ritorna sul fianco sud della montagna, molto ripido, ma che viene percorso da una serie di cenge e canalini fino all'ultimo tratto di cresta aereo (con corrimano) che porta agli sfasciumi terminali della vetta. Panorama grandioso.

Cartografia

  • C.N.S. n. 268 scala 1: 50.000

Galleria fotografica