Piz d'Agnel

Ritratto di francorossi.geologo
francorossi.geologo
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Quota di partenza: 
2 100 m
Quota di arrivo: 
3 207 m
Dislivello: 
1 107 m
Tempo di salita o complessivo*: 
5h00'
Tempo di discesa: 
3h00'

Introduzione

Il vallone d'Agnel, bellissimo e isolato, termina al passo omonimo dopo un sentiero molto comodo allietato da tre laghetti verde smeraldo nella parte alta. Al colle occorre scendere sul versante opposto e traversare poi sul ghiacciaio: a seconda delle condizioni (ci sono alcuni crepacci longitudinali abbastanza grossi) si può traversare in alto perdendo poca quota o più in basso per evitare i crepacci: quindi il dislivello della gita (considerando anche la risalita al passo al ritorno) può passare da 1100 fino a 1400 m. Dal Passo Flix si risale la cresta detritica che porta in vetta al Piz d'Agnel senza difficoltà. In alternativa da questo ultimo passo si possono salire sulla cresta opposta le cime Tschima da Flix (3300 m) o Picuogl (3333 m) sempre con facile percorso.

Descrizione

Si risale tutto il vallone d'Agnel che sta di fronte al piazzale dove abbiamo parcheggiato l'auto, sempre su comodo sentiero; a metà percorso si trova un bel pianoro e si lasciano alcune diramazioni sulla sinistra (caratteristico arco di roccia visibile in alto). Una rampa porta ai pianori sovrastanti con meravigliosi laghetti smeraldo e da qui con facilità su detriti fini si raggiunge il Passo Agnel. Si scende sul lato opposto verso la Chamanna Jenatsch fino a mettere piede sul ghiacciaio, trascurando la traccia segnata che corre subito verso destra. A seconda delle condizioni del ghiacciaio si può traversare a sinistra in alto sullo stesso o essere costretti a scendere parecchio per evitare alcuni grossi crepacci longitudinali. Si risale quindi il detritico vallone opposto fino al Passo Flix. La cima si raggiunge da qui con facilità per la costola detritica su tracce di sentiero. Libro di vetta e panorama circolare maestoso su Ortles-Cevedale, Bernina, Disgrazia-Badile e sulle innumerevoli cime del versante svizzero.
Il ritorno conviene sempre dallo stesso itinerario (non farsi attirare in vetta dalle chine detritiche che sembrano portare verso sinistra direttamente verso il vallone di salita: più in basso ci sono salti impraticabili).

Bibliografia

  • G. Brenna "Grandi cime per i nostri giorni" edizioni Salvioni (2002)

Cartografia

  • C.N.S. n. 268 scala 1: 50.000

Galleria fotografica