Monte Roggione

Ritratto di Cai56
Cai56
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Data rilievo: 
25/09/2012
Difficoltà: 
T4
Quota di partenza: 
1 300 m
Quota di arrivo: 
2 361 m
Dislivello: 
1 061 m
Tempo di salita o complessivo*: 
6h00'

Introduzione

Meta poco conosciuta, ma estremamente panoramica sulla conca del Lago Palù e i versanti nord delle cime del gruppo del Disgrazia. Purtroppo tutta la zona circostante il Monte Roggione risulta devastata dalle piste da sci e dai relativi impianti e servizi.

Descrizione

Dal piazzale presso il tornante di Q 1300m si imbocca la ripidissima pista cementata per il maggengo Ponte; circa 50 metri dopo un crocifisso posto a picco sulle frazioni di Lanzada, sulla destra, si stacca un sentierino che si porta a risalire un ripido dosso ricoperto da una fitta pineta; ad un bivio si prosegue a destra e, dopo una serie di curve nel bosco, si raggiunge il terrazzo di Cima Sassa 1721m, presso il parcheggio al termine della pista forestale abbandonata all'inizio. Si retrocede sulla strada fino all'abbeveratoio all'entrata dell'alpeggio: qui comincia la vecchia mulattiera per Franscia; al margine destro della radura dell'alpeggio, presso un muro a secco, una palina indica di proseguire a sinistra: il sentiero percorre il margine superiore di Cima Sassa e - con un lungo traverso ascendente - raggiunge una radura alla base delle rocce sommitali del Mante Motta. Il sentiero volge a sinistra e con qualche facile passaggio in cengia assistito da vecchi cavi corrimano raggiunge la spalla occidentale del Monte Motta nelle dirette vicinanze del Rifugio Motta 2180m (palestra di roccia adiacente). Si risale verso destra una pista da sci che contorna il Monte Motta: sottopassata una seggiovia, si riesce ad intuire - sulla destra e più o meno alla nostra stessa quota - la posizione del Passo Campolungo 2167m; con un ripido e franoso traverso (e incontrando anche un utile sentierino) lo si raggiunge. Direttamente nei pressi di una palina indicatrice, un poco sulla sinistra, iniziano le labilissime tracce per la vetta. All'inizio si sale fra rigogliosi cespugli di rododendro attraverso cengette gradinate, fino a ritrovarsi sulla sommità di tre torrioni rocciosi (che trovano base sul margine settentrionale del Passo Campolungo e presentano alcune vie di arrampicata), tramite uno stretto canalino erboso; segue il passaggio-chiave della salita, una placca di roccia da risalire lungo una comoda fessura: in loco un vecchio cavo di sicurezza, peraltro troppo corto verso l'alto. Si risale il crestone su cenge del versante orientale e si raggiunge un vasto pianoro a pascolo; una nuova impennata rocciosa di massi accatastati (finestra panoramica sul Lago Palù) costringe a traversare ancora sulla destra fino a portarsi su tracce di passaggio sul filo, qui molto sottile ed esposto. Saliti su di una sorta di anticima, ci si accorge che è curiosamente bifida nel senso della lunghezza: un largo e profondo crepaccio la separa in due strutture. Da qui la cresta, passando a monte di alcuni paravalanghe, si fa più comoda e - attraverso un pendio di massi accatastati e poca erba - raggiunge la vetta rocciosa del Monte Roggione 2361m, caratterizzata da una antica e piccola croce di legno. Si prosegue fra i blocchi del crinale settentrionale, che ben presto lasciano spazio ad un ripido pendio di erbe e cespugli colonizzatori: qui la traccia è ben visibile e prosegue senza difficoltà (tranne un unico breve passo di I grado in un canalino) fino alla bellissima conca del Bocchel del Torno 2203m. Da qui, seguendo le segnalazioni dell'Alta Via della Valmalenco, si scende per poche decine di metri lungo una pista da sci, finchè una palina indica sulla destra la partenza di un sentiero a saliscendi che - in costa al Monte Roggione - raggiunge le baite dell'Alpe Campolungo 2020m. Qui le segnalazioni tendono a scomparire: bisogna attraversare verso sudest un vasto ripiano acquitrinoso fino a ritrovarsi sul tratto piano di una nuova pista da sci; seguendola verso valle, dopo pochi metri, in corrispondenza di un piccolo cumulo di pietre, riparte il sentiero. La traccia scende ripida tenendosi a ridosso delle rocce basali del Monte Motta; oltrepassata una presa d'acqua e una discarica di pietrisco di una soprastante miniera dismessa, va a confluire in una larga mulattiera pianeggiante proveniente da Campo Franscia: la si segue verso destra, raggiungendo ben presto i pascoli di Cima Sassa. Da qui si ripercorre il ripido sentiero dell'andata fino al parcheggio. In alternativa è possibile seguire la pista forestale per intero o le sue scorciatoie fra Cima Sassa e Ponte.

Informazioni generali

Segnavia: -
Tipologia percorso: a/r
Periodo consigliato: giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre
Esposizione al sole: sud-est
Pericolo Oggettivo: -
Tratti esposti: qualche tratto esposto (passaggi di arrampicata di I grado)
Attrezzatura utile: normale attrezzatura da escursionismo di media montagna
Acqua: -

Riferimenti bibliografici

  •  

Accesso stradale

Da Milano a Sondrio lungo le statali 36 e 38; alla rotonda all'ingresso della città svoltare a sinistra in direzione Valmalenco. Risalire la vallata e oltrepassare Lanzada: dopo due buie gallerie, in corrispondenza di un tornante, passando sotto un arco di legno (scritta "Rifugio Ponte"), parcheggiare in un ampio sterrato.

Galleria fotografica

 

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