Monte Frerone

Ritratto di francorossi.geologo
francorossi.geologo
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Quota di partenza: 
1 805 m
Quota di arrivo: 
2 673 m
Dislivello: 
868 m
Tempo di salita o complessivo*: 
2h30'
Tempo di discesa: 
2h00'

Introduzione

Bella gita da svolgersi preferibilmente in autunno, magari da abbinarsi alla ricerca di rocce e minerali o all'esame della conformazione geologica che rendono la zona una delle più studiate al mondo, per le interazione tra magma granitico e rocce calcaree incassanti avvenuti tra 42 e 29 milioni di anni fa (per una prima idea dei fenomeni osservabili consultare la pagina geologia del mio sito personale). Anziché il percorso qui descritto attraverso i colli, è possibile la risalita diretta al Frerone dalla Val Bona (via seguita dagli sci-alpinisti nella stagione invernale) ma il primo percorso è più comodo, riposante e anche più bello; eventualmente si opterà per la seconda soluzione, più diretta, in discesa.

Descrizione

Dal bordo del parcheggio di Bazena (1805m) si prende il bel sentiero (segnavia [1]) che sale alle Malghe di Val Fredda (eventuale scorciatoia lungo la carrozzabile). Con largo semicerchio sulla destra, guadagnando poco dislivello, si passa sotto le cime del Monte Mattoni e del Monte Cadino, salendo infine al passo di Val Fredda. In questo tratto si possono osservare, proprio lungo il sentiero, dapprima rocce scure fino a nere (gabbri ed orneblenditi), primo prodotto del magma genitore di tutte le altre rocce granitiche del massiccio, e poi fenomeni di contatto tra le rocce magmatiche di intrusione (tonaliti) e le rocce calcaree incassanti. Giunti quasi al passo di Val Fredda, anziché raggiungerlo, si prosegue a sinistra mantenendosi sempre sul versante sud (Val Bona), su bel sentiero intagliato tra meravigliose rocce fittamente ripiegate e attraversate da filoni di varia natura; si attraversa così tutto il fianco sud-ovest del Monte Frerone (un breve tratto attrezzato con catene), per poi risalire, con alcuni tornanti, la parte superiore del vallone (minerali vari nel detrito) e, tenendo la destra, i pendii detritici terminali. Si raggiunge così in breve la cresta poco a destra della cima che si raggiunge facilmente.

Bibliografia

  • P. Soregaroli (2006) “Adamello vol. I” ed. Nordpress
  • F. Camerini (2002) “Zaino in spalla: montagne bresciane e dintorni” ed. ZetaBeta
  • Società Geologica Italiana (1998) “Guide geologiche regionali. Alpi e Prealpi lombarde: 35 escursioni a piedi” ed BE.MA.
  • Memorie della Società Geologica Italiana (1983) vol. XXVI parte prima