Punta San Matteo

Ritratto di francorossi.geologo
francorossi.geologo
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Quota di partenza: 
2 541 m
Quota di arrivo: 
3 678 m
Dislivello: 
1 137 m
Tempo di salita o complessivo*: 
7h00'
Tempo di discesa: 
6h00'

Introduzione

Lunga traversata per cresta su due giorni, che permette di salire alla Punta San Matteo, senza percorrere ghiacciai crepacciati. Solamente nell'ultimo tratto, se la cresta finale SW del San Matteo non è in condizione, bisogna traversare sulla sinistra tutta la parte apicale del ghiacciaio Dosegù per prendere la cresta NW della montagna (normalmente ben pistata), comunque lungo dolci pendii normalmente privi di crepacci. Ascensione abbastanza impegnativa per la lunghezza con alcuni saliscendi, per le difficoltà (numerosi passi di II), e per l'isolamento (PD). Mentre la via normale del San Matteo, via ghiacciaio di Dosegù, è normalmente frequentata, qui raramente si incontrerà qualcuno. La base è il Bivacco Battaglione Ortles, residuato della guerra '15-'18 e ristrutturato, sempre aperto. Si incontrano residuati bellici in vari tratti della cresta.

Descrizione

Posteggiata l'auto di fianco al rifugio Berni, si scende ad attraversare il vallone del Gavia risalendo poi sul lato opposto; si può salire lungo il sentiero alto senza divallare al ponte sospeso (dell'Amicizia), e si prosegue sulla destra nel vallone di Valleumbrina. In alto, senza raggiungere il colle, si devia a sinistra e si raggiunge il Bivacco Battaglione Ortles situato sulla cresta (attenzione non c'é acqua, da prendere all'ultimo nevato). Il giorno dopo si segue tutta la cresta, eventualmente tagliando lato E la prima cima (Cima di Valleumbrina) e poi superando in successione il Pizzo Valleumbrina (3224 m), la Cima Villacorna (3452 m) e il Monte Martello (3517 m), con numerosi saliscendi e passaggi rocciosi (II) intervallati a tratti detritici o chiazzati di neve, raggiungendo la base della cresta finale SW del San Matteo. Se questa non è in condizione, si traversa a sinistra tutta la base del monte raggiungendo la cresta NW al colletto tra il S. Matteo e il Dosegù (attenzione in questo tratto, all'eventuale presenza di crepacci: normalmente non c'è traccia di pista). La cresta è ripida ma normalmente ben tracciata e non dà problemi di sorta, dopo aver aggirato sulla destra il primo tratto roccioso.
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Autore

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