Parco naturale regionale Monte San Bartolo

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Scheda del parco

Anno di fondazione: 1996
Superficie: 1586 ettari
Maggior elevazione: Monte San Bartolo
Comuni interessati:  Pesaro e Gabicce Mare
Sito istituzionale: www.parcosanbartolo.it
Contatti: parcosanbartolo@provincia.ps.it

Descrizione

Il Parco Naturale Regionale del Monte San Bartolo, istituito nel 1996, ha una superficie di 1586 ettari e si estende sulla costa, tra Pesaro e Gabicce.

IL TERRITORIO

Si caratterizza principalmente per il tratto di costa alta, a falesia viva, rara in tutto l’Adriatico. Il resto del territorio protetto è costituito da un interessante quanto caratteristico paesaggio rurale che, no agli anni Cinquanta, era attivamente coltivato anche in luoghi oggi impensabili, ai limiti del mare.
Il San Bartolo presenta dunque due ambienti distinti: la falesia a mare e il versante interno. La falesia emerge dalle basse spiagge marchigiane come un susseguirsi ondulato di speroni e valli, intervallate da pareti a strapiombo che mostrano aspetti geologici di grande interesse, con preziosi pesci fossili e rari cristalli di gesso. L’alternarsi dei banchi arenacei, delle marne e delle argille degrada più dolcemente verso il mare e si mescola con le antiche frane che costellano la falesia. Le quote delle cime più alte a ridosso del versante a mare, come il Monte Castellaro o il Brisighella, non raggiungono i 200 metri, ma permettono un’ampia visione sia sui “paesaggi dipinti”, come li definiva Tonino Guerra, del Montefeltro, di San Marino, della Romagna, che sulla costa e sul mare, dove le falesie strapiombanti del Parco costituiscono un paesaggio marino inusuale per i litorali tipicamente sabbiosi della Romagna e delle Marche. Alla base della falesia corre una sottile spiaggia di ghiaia e ciottoli risultante dalla demolizione e dal franamento delle pareti sovrastanti. Nel passato essa era usata come comoda cava di pietre per pavimentazione che venivano direttamente caricate sulle barche ed esportate verso altre città costiere. Ne sono un esempio i vecchi acciottolati della città di Pesaro e dei borghi ricompresi nel territorio del parco.
Il Paesaggio rurale che si scorge nel tratto che degrada dolcemente verso la statale adriatica trasmette un senso di armonia, una sorta di intreccio vitale e gradevole tra i coltivi, i campi abbandonati rinaturalizzati e i filari di alberi e siepi.

LA FLORA

Contrariamente alle aspettative che vogliono un’area antropizzata estremamente povera, la ora del Parco San Bartolo regala ai suoi visitatori piacevoli e suggestive emozioni. Nella zona sopra “Baia Flaminia” per esempio, è possibile osservare una pianta molto rara conosciuta con il nome di lino marittimo, unica presenza in tutta la regione. Altrettanto signi cative sono poi il giunco e la carota delle scogliere, rintracciabili in poche altre località della costa marchigiana. Tra la vegetazione pioniera, presente nei versanti più scoscesi, troviamo la cannuccia di Plinio, mentre nei terreni più asciutti e stabili si inserisce la ginestra odorosa capace di regalare, nel momento della oritura, indimenticabili e colorati contrasti di gialli che emergono dal blu del cielo e dal verde del mare. Dove la pendenza è più lieve e si accumula una certa quantità di detrito organico, si possono riscontrare la robbia, il caprifoglio etrusco e giovani piante di pino d’Aleppo, originate dalla disseminazione spontanea dei rimboschimenti. Nelle zone umide si riscontrano pioppi bianchi, pioppi neri e raramente salici bianchi. Anche qui, come nell’entroterra, si osservano le stesse associazioni di boschi misti a quercia e carpino nero, dove il cerro è sempre più raro mentre è molto più comune la roverella, insieme a orniello, acero e olmo campestre.
La presenza di alcune specie di conifere quali pino domestico, pino marittimo e cipresso è da riferire agli impianti storici delle ville rinascimentali.
Successivi rimboschimenti degli anni Sessanta hanno aggiunto alla ora del Parco l’acero montano, il pino d’aleppo, il pino nero, l’olmo siberiano ed altre specie alloctone. Per il resto il paesaggio vegetale è quello tipico di un ambiente agricolo, intensamente coltivato fino agli anni cinquanta, dove le specie arboree sono rappresentate da olivo, vite, fico, ciliegio, gelso, sorbo domestico, mandorlo, con la presenza di filari ed esemplari isolati di grosse roverelle, che si intervallano lungo siepi di tamerice e marruca. Nel complesso quindi l’aspetto del parco nella fascia interna presenta caratteri anche molto suggestivi ed armoniosi, specie dove alcune larghe siepi ornano il bordo dei campi coltivati che si spingono no al limite della falesia.

LA FAUNA

Il parco, soprattutto in inverno, quando il disturbo delle attività ricreative e di pesca è più ridotto, ospita un gran numero di specie di uccelli marini. L’area è stata indicata quale zona umida di importanza nazionale perché vi svernano numerosi uccelli come lo smergo minore e quello maggiore, la gavina, il gabbiano corallino, il gabbiano tridattilo, il gabbiano comune e quello reale, l’edredone, lo zafferano, il cormorano, la berta minore, lo svasso maggiore e quello piccolo, la strolaga mezzana, l’airone cenerino, la garzetta e talvolta i cigni reali oltre alle gru e alle cicogne bianche e nere.
Il Parco Naturale del San Bartolo rappresenta una via preferenziale per la migrazione dei rapaci falchi pecchiaioli, falchi di palude e una specie molto rara: l’albanella pallida oltre a molti altri uccelli veleggiatori (aironi e cicogne). Ciò è dovuto sia alla sua posizione lungo la costa adriatica, sia alla particolare conformazione morfologica, di promontorio usato come riferimento per l’orientamento degli uccelli.
Tra quelli stanziali si deve, in particolare, ricordare il falco pellegrino che, dopo decenni di assenza, è tornato a popolare stabilmente la falesia, nidi cando sulle pareti a strapiombo sul mare. Inoltre il gufo comune, la civetta, l’assiolo e il barbagianni, che appro tta del costante degrado delle case coloniche abbandonate per insediarvisi.
Tra i mammiferi presenti si possono citare la volpe, il tasso, l’istrice, la donnola, la lepre ed il ghiro.

L’OFFERTA TURISTICA

Oltre alla valenza naturalistica, il Parco del Monte San Bartolo ha una notevole presenza di testimonianze archeologiche e storiche, che vanno dai ritrovamenti del neolitico nella zona del Monte Castellaro a quella archeologica di Colombarone, nell’antica via Flaminia, ai porti scomparsi di origine romana di Santa Marina e Vallugola. Tra Gabicce Mare e Pesaro si snoda, per circa 20km, una suggestiva strada panoramica che attraversa o lambisce i pittoreschi borghi di pescatori a picco sull’azzurro del mare. La collana degli antichi centri storici di altura, da Santa Marina a Gabicce Monte, domina dall’alto la falesia.
Le viuzze interne dei castelli murati, di forte impronta medievale, nascondono piccole meraviglie come attorno alla piazzetta di Casteldimezzo o ai piedi del campanile di Fiorenzuola di Focara, con alla base la porta aperta sul vuoto del mare.
Nella zona agricola si possono compiere percorsi nel paesaggio agricolo tradizionale, con la molteplicità di case coloniche (di cui alcune trasformate in agriturismi) ed il reticolo di strade campestri che costituiscono una rete capillare di percorsi verdi, spesso ombreggiati dalle grandi querce della campagna mezzadrile.
È inoltre fruibile un sentiero guidato, facilmente percorribile da tutti che da Pesaro attraversa il monte per arrivare, dopo aver costeggiato il bosco di Villa Imperiale, ricco di specie autoctone e naturalizzate, ad un punto di osservazione che spazia dall’entroterra no all’infinito orizzonte marino.
Molti sono i luoghi della fede e della religiosità che si trovano nell’area protetta: dal cimitero ebraico nei pressi di Pesaro, ai piccoli cimiteri campestri, al convento di clausura delle Suore Servite, a quello di Girolamino del San Bartolo (che dà il nome all’intero colle), al Santuario di Casteldimezzo. Le bellezze artistiche di queste località (dal Croci sso di Jacobello del Fiore alle tele del Viviani) preludono alle grandi ville nobiliari vicino a Pesaro che, dalla quattrocentesca Villa Imperiale, con i suoi giardini nascosti e le sue sale affrescate, scende alla settecentesca Villa Caprile, con i suoi famosi giochi d’acqua, e a Villa Vittoria.

 

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