Parco del Conero

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Le Due Sorelle
Photo credits: 
Le Due Sorelle ©2014 Massimo Martini

Scheda del parco

Anno di fondazione: 1987
Superficie: 6011 ettari
Maggior elevazione: Monte Conero (572m)
Comuni interessati: Ancona, Camerano, Numana, Sirolo
Sito istituzionale: www.parcodelconero.eu
Contatti: info@parcodelconero.eu

Descrizione

Un Monte a strapiombo sul mare, che offre scorci incantevoli. Un ambiente generoso di calde atmosfere. Itinerari escursionistici che strizzano l’occhio al turismo sostenibile. Un’offerta di tipicità all’insegna della qualità. Tanta storia raccontata in ogni angolo del territorio. Tutto questo è il Parco del Conero, un’opera d’arte cesellata dalla natura, una gemma incastonata nelle Marche, sulle sponde dell’Adriatico. Istituito nel 1987 per salvaguardare le ricchezze naturali e culturali, il Parco Regionale del Conero, esteso per 6011 ettari, include gran parte del territorio di Ancona e delle cittadine di Camerano, Sirolo e Numana.

IL TERRITORIO - STORIA E CULTURA

Quest’area protetta costiera offre ambienti variegati ed affascinanti, fra i quali spicca il Monte Conero (572m), originatosi a seguito di una lunga azione di sedimentazione marina iniziata nel Giurassico ed emerso nel Pliocene, cinque milioni di anni fa. Dal Gargano fino alla costa triestina il Conero è l’unico baluardo roccioso composto da formazioni calcaree con litotipi della maiolica e della scaglia bianca e rossa, ed è per tale motivo che fin da epoca antica è stato luogo di estrazione di pietra. Fu approdo dal IV sec. a.C. dei Greci, che risalirono le coste meridionali dell’Italia, in cerca di città da fondare. Qui gettarono le ancore i Dori che vi fissarono la loro dimora, chiamando Komaros (da “corbezzolo”, pianta assai diffusa sul monte) il promontorio ed Ancon (gomito), da cui deriva il nome della città di Ancona, la sua curva settentrionale. La presenza dell’uomo, accertata a partire da almeno 100.000 anni fa, ha lasciato numerose testimonianze relative, in particolare, al popolo dei Piceni (IX-III sec. a.C.). Tra le tombe scoperte che hanno restituito ricchi corredi funerari, famosa è quella della Regina di Numana e Sirolo, custodita nell’area dei Pini. I reperti sono esposti nel museo Archeologico di Ancona e nell’Antiquarium di Numana. Altre testimonianze spaziano dalle incisioni rupestri alle grotte romane, dai monasteri benedettini e francescani, alle strutture difensive come il Fortino Napoleonico e la Torre Clementina a Portonovo. Da non di- menticare poi la stupenda chiesa romanica di Santa Maria di Portonovo ed il Monastero di San Pietro al Conero, in cui si sono stabiliti, fin dall’anno Mille, in alternanza, vari ordini religiosi (Benedettini, Camaldolesi e Gonzagiti).

LA FLORA

La diversità degli ambienti, quali la ripida falesia calcarea, le colline, i fondovalle, il fiume Musone, le aree umide, le dune costiere ed i laghetti salmastri di Portonovo, sono a garanzia di un livello elevato di biodiversità. Le pendici del Monte sono coperte, nel versante nord orientale, da sclero lle sempreverdi e caducifoglie (roverella, carpino nero, acero napoletano e orniello), mentre nelle pendici più soleggiate ed esposte a sud si rinviene la macchia mediterranea caratterizzata dalla presenza di specie più termo le come, in particolare, il leccio, il corbezzolo, il lentisco ed il terebinto. Sono inoltre presenti anche vaste pinete derivanti dai rimboschimenti effettuati con pino d’Aleppo, pino nero d’Austria, cipresso ed altre specie, dalla “Milizia Forestale”.
Riguardo alle aree interessate da coltivazioni, il Parco, nell’intento di sperimentare un rinnovato rapporto tra uomo e ambiente, in accordo con gli agricoltori, si è fatto promotore, nel tempo, di progetti che vanno unicamente in direzione della qualità, ovvero nalizzati ad incentivare le coltivazioni biologiche, l’allevamento e la produzione di alimenti certi cati (cereali, ortaggi, legumi e frutta) secondo il marchio QM (Qualità Marche). Il progetto più ambizioso del Parco, realizzato con delle aziende agricole riunite in una cooperativa, la ‘Conero Agricoltura e Ambiente’, ha dato vita, nel 2012, ad un marchio di prodotti di liera, che di diritto si af anca al percorso già ampiamente riconosciuto del vino DOC Rosso Conero, glio delle cantine dislocate nell’area protetta e nei territori circostanti.

LA FAUNA

Dal punto di vista faunistico, si registra la presenza di oltre 200 specie di uccelli, di cui 76 nidi canti. Nei mesi di aprile e maggio di ogni anno vengono censiti, in transito, circa 10.000 rapaci. È per questo che il Monte Conero è un luogo ambito per la pratica del birdwatching; sono punti di avvistamento strategici: la Gradina del Poggio, Pian Grande, Monte dei Corvi, Monte Colombo, Belvedere Nord e i Piani dei Raggetti. 467 sono invece le farfalle censite, che, nella bella stagione, volano alla ricerca del nettare dei fiori, per l’accoppiamento e per la deposizione delle uova. Quanto ai mammiferi, è certa la presenza, seppur saltuaria, del lupo, oltre che del tasso, della volpe, del riccio, della faina e della donnola. Nei laghetti di Portonovo si ricorda inoltre un piccolo crostaceo di acqua dolce estremamente raro, il Dyaciclops bicuspidatus odessanu. L’ambiente marino, ora tutelato, con la proposta d’istituzione di un Sito d’Interesse Comunitario (SIC), custodisce un’incredibile quantità di specie di granchi, fra cui molti estremamente mimetici, come la granseola o il timido granchio degli anemoni, ma anche pennacchi di spirografi, splendidi nudibranchi (piccole lumachine coloratissime), murici (le cosiddette “raguse”), seppie, gamberi, tante bavose, scorfani, saraghi e occhiate. Una nota di rilievo merita la cozza del Conero ovvero il ‘Mosciolo’ selvatico di Portonovo, oggi divenuto presidio Slow Food e presente nelle tavole di intenditori di buona cucina.

L’OFFERTA TURISTICA

Per chi volesse scoprire il cuore del Conero, oltre ad una tta rete di sentieri disegnati dall’uomo nel corso dei secoli, il Parco ha individuato 18 itinerari di particolare interesse ambientale e paesaggistico che possono essere percorsi in bicicletta, a piedi o a cavallo. Il Parco ha peraltro avviato numerosi altri interventi nel settore del turismo sostenibile, ed ha ottenuto nel 2013 la Carta Europea del Turismo Sostenibile (CETS), la certi cazione che prevede, fra l’altro, l’incentivazione delle componenti del territorio a lavorare in partnership, per incrementare l’offerta e la qualità dei servizi dell’area, in un’ottica di pieno rispetto dell’ambiente. Il turismo è d’altro canto l’economia principale della zona, essendo la Riviera del Conero rinomatissima non solo a livello nazionale ma anche europeo. Non si nisce infatti di scoprire le sorprese, generosamente regalate dal parco e dalle cittadine che lo compongono. In breve, partendo da Ancona, capoluogo delle Marche, una passeggiata attraverso la familiarmente chiamata ‘strada del Monte’, dà un’idea di ciò che viene gelosamente custodito nel Conero. Si giunge così all’imperdibile baia di Portonovo ed alle sue spiagge, alla Vela, a Mezzavalle, raggiungibile solo dal mare o a piedi, da uno stradello con una vista spettacolare. Nella baia cultura ed ambiente si incontrano: c’è la Torre di guardia fatta costruire da Clemente XI, il Fortino Napoleonico, eretto nel 1808 per bloccare le navi inglesi ed ora divenuto albergo ed ancora la chiesetta romanica di Santa Maria ed i laghetti salmastri retrodunali. Una manciata di chilometri dopo Portonovo si sale fin su la cima del Monte, all’Abbazia di San Pietro ed al Belvedere nord. La presenza di cave dismesse rende il Parco un ‘libro aperto’ sulla storia geologica della zona e sull’intera successione stratigra ca tipica dell’Appennino umbro-marchigiano. Di particolare importanza è la cava di Massignano, divenuta sezione tipo mondiale per il passaggio Eocene/Oligocene, oggi attrezzata per le visite. Proseguendo verso sud ecco splendere Sirolo, la ‘Perla del Conero’, balcone sulle spiagge del- le Due Sorelle, Urbani, San Michele-Sassi Neri. Continuando la passeggiata, prima della lunga spiaggia di finissima ghiaia di Marcelli, centro turistico dove insiste gran parte della ricettività della Riviera del Conero, ci si imbatte sul borgo medievale di Numana. In questo quadro s’inserisce perfettamente Camerano, dalle antichissime origini, il cui sottosuolo è segnato da un articolato percorso ipogeo.

 

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