Fèsta par i Scióri e Sunà da Mars

Giovedì, 26 Febbraio, 2009 - 00:00
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Tornano anche quest’anno ad Aprica le due manifestazioni più cariche di significati evocativi della stagione invernale. Parliamo della Fèsta par i Scióri e di Sunà da Mars, la prima in programma giovedì 26 febbraio e la seconda nei giorni immediatamente seguenti, venerdì 27 e sabato 28. Se per la Fèsta par i Scióri (festa per i “signori”, ossia per gli ospiti) siamo solo alla quarta edizione, l’origine di Sunà da Mars (suonare a marzo) si perde invece nella notte dei tempi, originato non si quanti decenni o secoli fa.

La 4ª Fèsta par i Scióri ha un eloquente slogan: San Pietro, una contrada nella storia, un viaggio nella memoria. Le case e i fienili, le cantine e le stalle dei contradaioli storici si aprono per una sera all’Ospite, invitandolo a entrare e ad assaporare, oltre alla genuina ospitalità delle famiglie, le fragranze e i sapori di una volta.
Le parole di Don Augusto Azzalini, parroco della località, stampate sul pieghevole propagandistico, illustrano meglio di ogni descrizione il senso della manifestazione: Delle sei contrade che costituiscono il Comune di Aprica, quella di S. Pietro è la più antica, perché sorta attorno alla primitiva chiesa di San Pietro e Paolo e ad uno xenodochio, vale a dire un ospizio per viandanti e pellegrini, all’incirca verso la fine del primo millennio. Ne fa fede il nome della via “Ospitale”, che oggi attraversa un piccolo borgo di antiche case, un tempo abitate da contadini e allevatori e adesso in parte ristrutturate con l’avvento del turismo, che ha permesso anche la costruzione di qualche albergo ed esercizio commerciale. Con la “FESTA par i SCIORI” si vuol far rivivere la memoria del passato di questa accogliente contrada, attraverso una rassegna di mestieri ed attività delle passate laboriose popolazioni, i cui sacrifici hanno fruttato alle nuove generazioni un migliore tenore di vita.
La manifestazione è organizzata dalla Contrada di San Pietro in collaborazione con l’Associazione Turistica Pro Loco Aprica e l’Assessorato al Turismo del Comune di Aprica.

PROGRAMMA 4ª FÈSTA PAR I SCIÓRI
Giovedì 26 FEBBRAIO 2009 - ore 20:30
Taglio del nastro alla presenza delle autorità e, a seguire, visita libera alle case espositrici.

1. Ca’ di Butà - ’m tàia sü la lègna par l’anvéran (tagliamo la legna per l’inverno)
2. Ca’ di Cósp - Ca’ di Sitìi - Ca’ di Pédar - ’m fa ’l pà cui póm (strudel) acqua da pom colda (succo di mela) con degustazione
3. Ca’ di Ciónch - ’m fa la rüsümada colda (lo zabaione) con degustazione
4. Ca’ di Tucìt - ’m prepara la marmelada da ghislù e ’l pà cui fich (prepariamo la marmellata di mirtilli e il pane con i fichi) con degustazione
5. Ca’ di Pidói - ’m prepara ’l pan vi (preparazione di pane e vino) con degustazione
6. Ca’ di Bòci - La cüsina d’ìna ólta (visita ad una tipica cucina contadina di un tempo) con degustazione
7. Ca’ dal Cristòfan di Bòci - ’m fa pulenta taragna, con degustazione e presentazione dei pizzòcar
8. Ca’ di Burilì - ’m fa ’l zücar candit (zucchero candito) con degustazione
9. Ca’ di Rìsci - ’m fa patati buüdi cun la pèl, furmai uècc e lugànaghi (patate in camicia, formaggio vecchio e salsicce) con degustazione
10. Masù granda - ’m canta e ’m giüga ala móra e ’m fa sü ’l purscèl (cantiamo, giochiamo alla morra e insacchiamo il maiale)
11. Ca’ dal Cìciu - Visita alle mucche e degustazione prodotti caseari
12. Ca’ di Pìnchi - La stala dali cabri (visita alla stalla con le capre)
13. Ca’ di Cumeléri - ’l fóran dal pà (visita al forno del pane) con degustazione di slìnsaga e pà da ségal
14. Ca’ di Conti - Frìtuli cui pom (le frittelle con le mele) con degustazione
15. Sü al büi - ’m bef ‘n bicer da uì colt (vin brulé) con degustazione
16. Ca’ di Mòrcc - i mestér d’ina ólta (mestieri di una volta)
17. Ca’ di Mascarì - L’ültuma gótula ’n grapì cul cafè da dumega (grappino con il caffè d’orzo) con degustaz.
Sunà da Mars è invece l’assordante tradizione di scuotere energicamente i campanacci per farli suonare con gran fragore e chiamare al risveglio la madre terra, per indurla a riprendere il ciclo vitale. Dopo un letargo durato, infatti, già almeno 4-5 mesi, si stanno pericolosamente svuotando dei loro preziosi contenuti i fienili e i granai, riserve basilari per la sopravvivenza di animali e persone.
Oltre alle sei contrade di Aprica con relativi stendardi (Dosso, Liscedo, Liscidini, Mavigna, Santa Maria e San Pietro), saranno presenti alla sfilata numerosi gruppi folcloristici provenienti dalle valli alpine attigue. Dalla Bergamasca ci saranno il gruppo “Avion Taglio” di Sovere in Val Cavallina e i gruppi di Vilminore in Val di Scalve e di Gorle in Val Seriana; dalla Valtellina i gruppi di Tàrtano-Fórcola, S. Pietro Berbenno, Piateda, San Giacomo e Motta, “Gént de Paés” di Teglio, “I Giaröi” della Val Gerola e “La Tradizion” di Grosio (new entry che eseguirà anche un balletto sul palco appositamente montato); dalla Bresciana i partecipanti di Doverio e Córteno Golgi). Infine un sodalizio da oltre confine, il Gruppo Folcloristico della Val Poschiavo nei Grigioni svizzeri, accompagnato per la prima volta dai piccoli “Vìscui Furmighìn”.
Da ognuna delle sei contrade di Aprica, radunati in punti di partenza prestabiliti, si snoderanno ad un dato momento i cortei in costume, che convergeranno tutti davanti al Municipio in Piazza Mario Negri Scultore per una rumorosissima sosta. Da qui si sposteranno poi definitivamente verso il luogo di raduno finale in Piazza del Palabione.
Irrinunciabile prologo la sera di venerdì alle ore 19:00 presso il piazzale del Santuario di Maria Ausiliatrice in San Pietro, dove sono in programma la benedizione degli ingredienti per il mach, il saluto delle autorità, la consegna dei gonfaloni delle contrade ai bambini, il passaggio del grande campanaccio simbolo dalle mani del gruppo di contrada Mavigna a quello di contrada San Pietro, che lo conserverà per un anno).

PROGRAMMA SUNÀ DA MARS 2009
Venerdì 27 febbraio
ore 19:00 Benedizione ingredienti per il mach
Consegna gonfaloni ai rappresentanti delle contrade ai bambini
Passaggio del campanaccio simbolo

Sabato 28 febbraio
ore 20:30 Ritrovo e partenza cortei in costume dalle singole contrade:
San Pietro dalla fontana in Via Ospitale
Mavigna dall’imbocco di Via Mavigna
Dosso dalla fontana di Via Panoramica
Santa Maria dal Piazzale della Chiesa
Liscidini da Cà di Pom
Liscedo da Liscedo Alto
ore 22:00 Distribuzione del mach in Piazza del Palabione

Informazioni:
Ufficio Info e Assistenza Turistica, Tel. 0342-746113
Sito Web ufficiale www.apricaonline.com

STORIA DELLA TRADIZIONE APRICHESE “SUNÀ DA MARS”
Di antichissima origine, SUNÀ DA MARS è una tradizione prettamente contadina e un modo originale per salutare l'arrivo ormai imminente della primavera ed il ricrescere dell'erba. In tempi passati la pastorizia era l'attività primaria degli abitanti di Aprica ed è pertanto comprensibile come fosse bene accetto un rito propiziatorio rivolto a salutare la ricrescita dell'alimento indispensabile per gli armenti. Anche gli strumenti musicali hanno una diretta attinenza con le abitudini e le necessità della vita contadina. Si suonano infatti campanacci e corni. I campanacci vengono appesi al collo dei bovini quando sono condotti al pascolo sulle malghe di alta montagna in estate; i corni - ricavati dalle corna dei becchi - sono strumenti sonori usati ovunque per segnalazioni.
Non si sa esattamente da quanto tempo la tradizione sia in vigore; certamente possiamo affermare che è antichissima. In tempi passati si assisteva in occasione del “Sunà da Mars” a vere e proprie dispute fra i giovani delle diverse contrade e spesse volte i diverbi venivano risolti con la forza. Si suonava lungo le strade del paese per tre giorni consecutivi: gli ultimi tre giorni del mese di febbraio. Piccoli gruppi organizzati partivano da ogni singola contrada e si recavano nei territori di contrade diverse a significare la necessità del loro intervento per far ricrescere I'erba in quella contrada. Era poi gran vanto trovare il modo di porre un proprio rappresentante dinnanzi al gruppo di una contrada diversa. La mentalità dell'epoca e lo spirito giovanile che animava questa tradizione considerava questi gesti dei veri e propri affronti, determinando, come già detto, degli scontri fisici. Nell'ultima serata, in ogni contrada si radunavano tutte le famiglie e veniva distribuito il mach, una polenta composta dalla farina data in omaggio da ogni famiglia, ma alle volte, con la farina di grano saraceno, si preparavano anche pizzoccheri. Quello che si consumava era tutto dono della popolazione: dalla legna ai fiammiferi per accendere il fuoco, dal sale al burro per la polenta. Ogni famiglia si privava di qualche cosa per donarlo alla comunità. A chi era impossibilitato a consumare il mach perché infermo o ammalato veniva portata una porzione a domicilio, cosi come per tutti i bambini della contrada, che per la tenera età erano obbligati a rimanere nelle proprie abitazioni.