Cima di Entrelor
Accès
Dalla barriera dell'autostrada di Aosta-Ovest tenere la sinistra seguendo le indicazioni per Aosta - Saint-Pierre. Dopo un chilometro, alla rotonda, prendere la seconda uscita per immettersi sulla strada statale . Procedere sulla statale per 4,3 chilometri superando l'abitato di Saint-Pierre sino a raggiungere una nuova rotonda con l'effige del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Prendere la prima uscita e continuare sempre sulla strada statale per 1,4 chilometri sino ad incontrare l'uscita verso Introd/Rhemes S.G/Rhemes N.D/Valsavarenche. Proseguire per 700 metri e alla rotonda prendere la prima uscita imboccando la per la Valsavarenche. Seguire la regionale per 3,9 chilometri, oltrepassare l'abitato di Introd e, dopo una serie di tornanti si raggiunge, bivio per la Val di Rhêmes . Proseguire a sinistra sulla e risalire la vallata per altri 21,8 chilometri superando il capoluogo Dégioz, il villaggio di Eau Rousse e infine si il villaggio di Le Pont dove si trova un ampio parcheggio gratuito 🅿️.
[0h44'] - [33,1km]
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Pont Valsavarenche è raggiungibile anche in autobus con la compagnia Arriva, partendo da Villeneuve in circa 50 minuti.
Introduction
La Cima di Entrelor, frequentatissima nella stagione invernale anche se solo fino all’anticima, è un possente massiccio roccioso che si trova sullo spartiacque tra l’alta Valsavarenche e la Valle di Rhêmes Notre Dame. Questa lunga salita escursionistica, che si svolge dalla parte opposta da quella scialpinistica, si può dividere in due parti ben distinte: la prima, sino a Plan Borgnoz, facile e ben segnata mentre oltre il suo pianoro l’ambiente cambia repentinamente diventando selvaggio e senza tracce di salita se non qualche rado ometto; in questo contesto bisogna sapersi muovere su terreni ripidi e molto sconnessi con la pendenza che concede una brevissima tregua solo nel passaggio al piede del ghiacciaio dell’Aouille. Nella prima parte di salita sul ripido pendio conviene rimanere sulla sinistra del torrente che scende dal ghiacciaio anche se si vedono alcuni ometti dalla parte opposta che però portano ad una zona superiore molto più ripida e franosa nel traverso per superare poi il torrente; arrivati alla quota di 2955 m circa abbiamo preferito non proseguire nel canale ma spostarci sulle rocce di destra salendo facilmente con percorso pressoché diretto tra grossi massi stabili e comunque su terreno che, avendolo poi in discesa confrontato con quello che avremmo incontrato proseguendo nel canale, abbiamo trovato molto meno franoso e più sicuro seppur ugualmente faticoso. Al ritorno, come descritto, da sotto il piede del ghiacciaio ci siamo tenuti sulla destra e raggiunto una spalletta con un piccolo ometto da cui si scende direttamente su terreno molto franoso che però, permettendoci brevi scivolate, ci ha consentito una veloce discesa. Non attraversando ghiacciai questa salita è consigliata ad escursionisti esperti che però siano abituati a salite lunghe e faticose con percorsi che si sviluppano su terreni ripidi, tratti franosi e grandi pietraie da superare; tutta questa fatica è comunque ampiamente ripagata dall’arrivo in vetta da cui il panorama a 360° è spettacolare soprattutto sul vicino gruppo del Gran Paradiso ma anche sulle vette e vallate circostanti. Ultima cosa, ma non meno importante, è l’ambiente che si attraversa dove è senz’altro possibile incontrare molti esemplari di camosci e stambecchi che numerosi popolano queste zone selvagge ed incontaminate.
Description
Dal parcheggio ci si dirige verso le case poste al termine della strada asfaltata dove sono evidenti le paline dell’inizio dell’itinerario. Si sale sulla destra addentrandosi nel bosco, si passa accanto ad un cartello del parco e successivamente, dopo aver superato un traliccio dell’alta tensione, ci si avvicina ad un’alta cascata. Avvicinandosi a questa la pendenza aumenta un po’ e si comincia a risalire con qualche tornante la fiancata della montagna col sentiero che a tratti diventa di rocce gradinate e, superata una zona sassosa, si sposta decisamente verso destra giungendo in breve alla Croce di Roley (2327 m). Da questo punto panoramico si continua a sinistra dirigendosi verso l’interno del vallone per arrivare poco più avanti ad un bivio (2338 m) segnalato da alcuni bolli gialli un po’ sbiaditi al quale si svolta a destra attraversando una zona di rocce e cespugli di rododendri; continuando ci si abbassa un po’ per raggiungere il fondo del valloncello dove si attraversa il torrente su di un ponte di legno. Dopo un paio di svolte il tracciato si alza decisamente verso l’alpeggio di Teureun (2398 m), già ben visibile dal basso, che si raggiunge con una piccola deviazione a sinistra dal bivio del sentiero a quota 2405 m. Ritornati al bivio si prosegue con una pendenza più accentuata in direzione di una cascatella che si costeggia e si arriva ad incrociare il tracciato della vecchia strada del Nivolet (2488 m), la si attraversa e si riprende subito il sentiero che continua ad alzarsi un po’ ripido con alcuni tornanti. Ad un certo punto si taglia il pendio verso sinistra passando davanti ad un rudere ed in seguito, dopo aver oltrepassato alcuni grossi ometti di pietre, si arriva ad un bivio (2635 m) segnalato da alcuni bolli gialli su di un sasso dove si svolta a sinistra; camminando in piano a mezza costa si contorna il promontorio giungendo ad un bivio qualche metro sopra il quale si trova il panoramico casotto del P.N.G.P. (2669 m). Prima di raggiungerlo si devia a destra sul sentiero che risale una bassa spalla erbosa sopra la quale si raggiungono le baite di Plan Borgnoz (2669 m). Dalle baite si prosegue col sentiero evidente che aggira un dosso sulla destra e ci si inoltra nel lungo pianoro che si percorre costeggiando il ruscello sino a guadare il torrente nei pressi di due massi isolati; prima di raggiungerli si traversa sulla sinistra alzandosi leggermente (qualche ometto) passando sotto ad alcuni pendii erbosi per raggiungere così la base del grande cono di pietre dove si attraversa il torrente e si inizia la faticosa risalita della pietraia. In questo tratto di salita conviene rimanere alla sinistra del torrente anche se si vedono alcuni ometti dalla parte opposta perché in alto risulterà più difficoltoso il suo attraversamento su terreno molto ripido e franoso. Salendo direttamente il pendio ci si immette nel canale che, diventando più ripido, si restringe un po’ si tiene ancora la sinistra sino ad arrivare ad una punta rocciosa dove conviene spostarsi alla destra (2955 m circa) su pietre un po’ instabili salendo dapprima per una comoda cengia e poi raggiungere una piccola spalla; risalendola direttamente si giunge dove la pendenza spiana leggermente e si passano alcune rocce rossastre dalle quali ci si sposta leggermente a destra per poi salire di nuovo direttamente su grossi massi rimanendo sempre alla sinistra del torrente. Arrivati sopra il gradino morenico (3080 m circa) ci si trova davanti al vallone sotto il piede del ghiacciaio dell’Aouille che si attraversa sul suo fondo salendo verso la base di una bassa fascia rocciosa levigata che si supera sulla sinistra passando tra questa ed un’altra roccia levigata più piccola; in questo tratto la progressione risulta particolarmente faticosa per la natura del terreno umido e friabile costituito da sassi mobili e pietrisco ma è il passaggio meno ripido. Superato questo tratto si giunge all’inizio di un altro grande vallone che si percorre nel suo centro per poi risalirlo o direttamente seguendo qualche ometto all’inizio (faticoso) oppure spostandosi sulla destra per poi compiere un largo semicerchio da destra a sinistra (più lungo ma un po’ meno ripido); anche sulla faticosa salita di questo pendio si cammina su terreno friabile costituito da detriti e pietre mobili. Giunti nella parte superiore, quasi alla base della parete rocciosa, si devia decisamente a sinistra in direzione di un piccolo colletto situato più in alto al quale ci si avvicina, sempre sullo stesso tipo di terreno, rimanendo sulla destra raggiungendolo con uno strappo un po’ più ripido (3374 m). A questo punto ci si trova tra l’anticima sulla destra e la vetta sulla sinistra e quindi si risale il ripido pendio sulla sinistra costituito, a seconda delle condizioni, da rocce rotte o neve arrivando sulla vetta sormontata da un basso ometto di pietre. In discesa si ritorna sotto il piede del ghiacciaio e, senza scendere per l’itinerario di salita, si rimane alti sulla destra individuando una spalla con un piccolo ometto (2999 m) che si raggiunge traversando su rocce rotte; da qui si scende sulla destra un breve ripido pendio di sfasciumi e poi, deviando a sinistra, si continua su un ripido pendio di terreno friabile sino a ritornare al punto (2955 m circa) dove all’andata abbiamo deviato. Ora, seguendo il percorso dell’andata, si scende sino a Plan Borgnoz e da qui sino al fondovalle di Pont.
Informazioni generali
Via: da Pont Valsavarenche
Segnavia: 3A sino a Plan Borgnoz
Tipologia percorso: andata e ritorno
Periodo consigliato: luglio, agosto, settembre
Pericolo Oggettivo: molte pietre mobili e sfasciumi sdrucciolevoli dopo Plan Borgnoz
Esposizione al sole: sud
Tratti esposti: pendio finale
Informazioni generali
Via: da Pont Valsavarenche
Segnavia: 3A sino a Plan Borgnoz
Tipologia percorso: andata e ritorno
Periodo consigliato: luglio, agosto, settembre
Pericolo Oggettivo: molte pietre mobili e sfasciumi sdrucciolevoli dopo Plan Borgnoz
Esposizione al sole: sud
Tratti esposti: pendio finale