Monte Pitalone

Ritratto di Cai56
Cai56
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Quota di partenza: 
721 m
Quota di arrivo: 
1 334 m
Dislivello: 
613 m
Tempo di salita o complessivo*: 
1h30'
Tempo di discesa: 
1h00'

Introduzione

Breve gita a scopo puramente panoramico adatta a riempire una mezza giornata a disposizione. Il Monte Pitalone osservato dal versante opposto della Valtellina non è certo ben identificabile: infatti si tratta di una indistinta spalla boscosa (comunque quotata sulle carte) con uno spalto roccioso affacciato sulla Bassa Valle. E' detto "il monte di Morbegno" soprattutto per il fatto che in inverno, per lunghi mesi, impedisce al sole di illuminare l'antico nucleo centrale della città.

Descrizione

Dal parcheggio si va ad attraversare la provinciale per imboccare la strada asfaltata che conduce al cimitero; si prosegue poi nei pressi di un'azienda agrituristica e si risalgono nel bosco otto tornanti. La strada si trasforma in bella pista sterrata che si inoltra a mezzacosta verso est nel versante sopra Talamona. Lungo il percorso è necessario notare le, peraltro esuberanti, tracce a vernice bianca: bisogna abbandonare la pista poco oltre una baita restaurata posta qualche metro sopra la strada. A circa 950 m di quota si sale retrovertendo la direzione su una bella mulattiera fra muri a secco che ripercorre più a monte il tragitto effettuato sulla sterrata: il percorso è a saliscendi nel bosco di abeti e castagni, intervallato a radure con edifici rurali più o meno attivi. Si raggiunge un'ampia radura adibita a feste campestri del Consorzio Alpe Pitalone: il sentiero prosegue verso ovest poco visibile nell'erba; in vista di una staccionata in legno affacciata sulla Valle del Bitto, si deve individuare a sinistra un sentierino che sale per la massima pendenza. Lo si segue senza problemi, aiutati nei rari bivii da radi bolli rossi. Il percorso è a tratti ripido, sempre a tornanti nel bosco: a circa 1040 m si incontra una fontana-abbeveratoio e, poco oltre, a circa 1100 m, una radura spiovente a vista sul sottostante paese di Albaredo. Dopo un'ultima impennata, il sentiero tende a spianarsi fra alberi sempre più radi, fino a inoltrarsi in una conca prativa corrispondente alla sommità cartografata come Monte Pitalone 1334 m. Raggiungendo fra i cespugli il bordo settentrionale della radura, in corrispondenza di alcune rocce, ci si può affacciare con attenzione al punto panoramico: di fronte abbiamo tutta la Costiera dei Cech (il versante compreso fra la Valchiavenna e la Valmasino) e tutte le cime della Valmasino comprese nelle Valli di Zocca e Torrone.
Ritorno per il percorso di andata.

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