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Rifugio Grassi, dal Ponte sul Torrente Troggia

Rita

A cura di:

Ultimo rilievo: 07/02/2010
Difficoltà
WT2
Lunghezza
0.00 Km
Quota di partenza
600 m
Altezza di arrivo
1987 m
Dislivello positivo
1440 m
Tempo di andata
04h30'
Tempo di ritorno
03h00'
Periodo consigliato

Introduzione

L’escursione invernale al rifugio Grassi è generalmente praticata per la Val Biandino, a cui si accede attraverso una lunga strada agro-silvo-pastorale che diparte da Introbio (m 587) in Valsassina. In estate è possibile accorciare il percorso portandosi con l’auto fino al parcheggio posto a sinistra appena prima di attraversare il primo ponte sul torrente Troggia, 150 m di dislivello più in alto. In inverno è necessario salire a piedi o con un fuoristrada.

Descrizione

La salita avviene in una stretta valle dapprima sul lato destro idrografico del torrente fino al ponte suddetto, dove nei pressi di una sbarra si prende un sentiero sulla destra che taglia alcuni tornanti. Dopo dieci minuti circa si ritrova la strada e appena dopo una fontana. Poco più avanti si incontra nuovamente un ponte che riporta sulla sinistra del torrente. Si supera un agriturismo e più avanti una costruzione dedicata al capitano Pietro Magni.
La strada si fa un po’ più ripida e dopo qualche tornante raggiunge la Bocca di Biandino (1493 m).
Finalmente la stretta valle, percorsa interamente in ombra, fa posto a un magnifico pianoro contornato da monti innevati: siamo nella Val Biandino. A sinistra è posto il rifugio Tavecchia (1496 m), a destra il rifugio Bocca di Biandino, di fronte le tracce sulla neve proseguono dritte per il rifugio Madonna della Neve e per il rifugio Santa Rita.
Di fronte al rifugio Tavecchia, nei pressi di un ponticello di legno che attraversa il torrente Troggia, si trovano le indicazioni per il rifugio Grassi.
Ora il sentiero si inerpica serpeggiante e ripido dentro un bosco di larici, da cui esce a quota 1688 presso la casa alpina Pio X. Qui il pendio si fa più dolce ed è possibile osservare buona parte del sentiero di salita che, più o meno ripidamente, prosegue in direzione sud est fino al Passo di Camisolo (2040 m). Poco prima si comincia a intravvedere la punta del Pizzo Tre Signori, incontrastato re della zona.
Giunti al Passo si è ormai in vista del rifugio, posto poco più sotto (1987 m) in un ambiente suggestivo e di grande effetto.
Il rifugio Grassi è gestito da una giovane coppia (Anna e Peter Bortoletto) ed è noto per la grande ospitalità dei rifugisti nonché per la cucina genuina ed appetitosa.
Per la discesa utilizzare il percorso di salita.


Galleria fotografica

© 2021 - Rita Tarussello
© 2010 - Rita Tarussello
© 2010 - Rita Tarussello
© 2010 - Rita Tarussello
© 2010 - Rita Tarussello
© 2010 - Rita Tarussello
© 2010 - Rita Tarussello

Ci siamo stati

ermanno

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Rifugio Grassi

una gita classica e bellissima. Lunga e abbastanza faticosa. La fatica viene ripagata dalla squisita accoglienza del rifugista e dalla sua cucina curata, saporita e biologica. Il minestrone era delizioso, annaffiato da una squisita birra artigianale (Siamo a 2000 metri e gli approvvigionamenti non sono fatti col fuoristrada). Segnaliamo questo rifugio con molto piacere.
ermanno

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Rifugio Grassi

Gita lunga, faticosa ma bellissima. Il rientro sembra non finire mai. Giornata splendida, temperatura gradevole.
ermanno

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Rifugio Grassi

il sole, ampiamente preannunciato, si è mostrato solo a tratti per pochi minuti. Cielo coperto sino al Rifugio quando sono caduti i primi fiocchi di neve, Al ritorno la nevicata, fitta e asciutta, si è intensificata pe poi smettere del tutto sulla strata carrareccia sotto il Rifugio Tavecchia. La nevicata non ha però tolto il buonumore ai partecipanti per questa classica e lunga gita. Un plauso alla piccola Kyra che ha percorso l'itinerario almeno tre volte, e sempre di corsa.il sole, ampiamente preannunciato, si è mostrato solo a tratti per pochi minuti. Cielo coperto sino al Rifugio quando sono caduti i primi fiocchi di neve, Al ritorno la nevicata, fitta e asciutta, si è intensificata pe poi smettere del tutto sulla strata carrareccia sotto il Rifugio Tavecchia. La nevicata non ha però tolto il buonumore ai partecipanti per questa classica e lunga gita. Un plauso alla piccola Kyra che ha percorso l'itinerario almeno tre volte, e sempre di corsa.
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