Col Leynir, da Thumel
Accesso
Lasciata l' autostrada all'uscita di di Saint-Pierre (Aosta Ovest) si prosegue in direzione Courmayeur. Dopo aver superato Saint-Pierre si raggiunge Villeneuve dove si incontra il bivio per la Val di Rhêmes. Si percorre la strada regionale della Val di Rhêmes, passando i comuni di Introd, Rhêmes-Saint-Georges e Rhêmes-Notre-Dame fino a raggiungere l'ultimo villaggio della valle: Thumel. Poco prima del termine della strada si incontra un ampio parcheggio.
Occorre lasciare l'auto presso il parcheggio esistente sulla sinistra qualche centinaio di metri prima della frazione Thumel. Da quest'anno c'è però la novità del Parcheggio a pagamento ma occorre precisare che la tariffa non è per nulla elevata: 0,10 € all'ora e 1,00 € per tutto il giorno e si evita una multa! Gli escursionisti, gli alpinisti ed anche i turisti che intendono usufruirne devono però essere muniti di monetine perché il distributore dei biglietti non accetta banconote e non da il resto. Chi si reca in montagna posteggia l'auto al mattino presto, ma se è privo di spiccioli rischia di veder compromesso il suo programma in attesa dell'arrivo di qualcuno che gli possa cambiare banconote con moneta……
Introduzione
Bella escursione che si sviluppa pressoché interamente all'interno del Parco del Gran Paradiso percorrendo differenti particolarità territoriali: bosco, alpeggio, praterie, pietraia morenica, ghiacciaio.
Descrizione
Nel giro di una decina di minuti si arriva alla palina segnavia posta al lato sinistro della strada poi si scende a sinistra verso l'abitato di Thumel contornandolo sulla destra; un ponticello in legno permetterà di attraversare la Dora di Rhêmes e di raggiungerne la sponda destra orografica.
Qui si entra subito nel bosco e nel territorio del Parco del Gran Paradiso e dopo pochi minuti si trova un cartello con la seguente dicitura “Benvenuto a chi studia, protegge e rispetta la natura” : durante il prosieguo dell'escursione si avrà tempo e modo di riflettere su queste parole…
Il bosco è ripido quindi si sale a zig-zag al fresco del mattino uscendo all'aperto dopo un'ora abbondante di salita e dopo aver guadagnato circa 300 metri di dislivello; si potrà cominciare da qui in poi ad osservare i pendii alla propria destra e sinistra: non sarà difficile nelle prime ore del mattino vedere camosci e marmotte. E' uno spettacolo magnifico ma allo stesso tempo anche tenero quando si osservano i piccoli camosci che seguono quasi timorosi le madri….
Spesso i camosci si accorgono della presenza degli escursionisti, li guardano e li accettano… ma occorre che gli escursionisti (gli umani in genere) capiscano che essere accettati è già come essere rispettati e quindi, a loro volta, non possono non rispettare e non proteggere la natura…
Guardando indietro, verso nord-Ovest, si vedono le montagne del versante opposto inondate dal primo sole del mattino.
Il sentiero continua a fianco del torrentello lungo praterie e pietraie fino al Casotto del Guardaparco e, poco dopo, fino all'Alpeggio ristrutturato da poco a quota 2440 m ca, quindi si snoda su una rampa erbosa fino a sbucare alla base della morena sotto il ghiacciaio della Vaudalettaz, sempre nel Vallone omonimo.
Si arriva già a quota 2600 mca. e lo sguardo comincia a spaziare: la Granta Parei così imponente vista dal capoluogo di Rhêmes è osservata ora da una angolatura insolita ed è contornata da altre punte, quasi a formare una catena.
La lunga pietraia morenica viene attraversata in direzione Sud su tracce di sentiero a mezza costa facendo riferimento agli ometti segnavia. Il tratto è dominato dalla parete Nord-Ovest del Mont Taou Blanc (occhio a eventuali movimenti di pietre!) mentre alla propria destra in basso è possibile osservare alcuni laghetti morenici e il magnifico sfondo. Proseguendo si arriverà al termine della morena puntando sull'ometto segnavia più evidente a quota 2900 m ca; di qui si perde ogni traccia di sentiero e bisogna salire in direzione Sud mantenendosi tra il ghiacciaio, esposto verso Nord, e le pietre della parete: a parere dello scrivente ma anche del guardaparco questa soluzione è quella che offre maggior stabilità poiché se ci si tiene più a sinistra, contro la montagna: ci si troverà a muoversi in mezzo a fango, pietre malferme e terreno smosso.
Procedendo come descritto si arriverà abbastanza sicuramente al Col du Leynir (3084 m, 4h00') con grande soddisfazione e ammirazione.
Sul colle il panorama è un po' limitato dalla presenza a destra della Punta di Leynir e a sinistra dal Taou Blanc.
La vista può tuttavia spaziare osservando:
• verso sud la Punta Fourà e la Levanna al confine tra Italia (Piemonte) e Francia.
• verso Nord-Ovest (la visuale è più ampia) la Punta Calabre, la Punta Tsanteleyna, la Granta Parei, la Becca di Traversière, la Grande Sassière, le Punte di Bassac, la Grande Traversière, la Grande Rousse e il Monte Bianco.
La discesa si effettua sullo stesso itinerario della salita (2h15').
Possibilità
Dal Colle è possibile prolungare l'escursione a piacere:
• scendendo dall‘altro versante verso Pont di Valsavarenche
• scendendo dall‘altro versante verso il lago di Rosset per poi risalire al Col Rosset e scendere nuovamente in Val di Rhêmes
• salire sulla sinistra al Mont Taou Blanc (m. 3438) in circa 1h 30'
Tabella di marcia
Piazzale | 1848 m
Thumel | 1879 m |31 m | 0h10' | stradina in parte asfaltata | Sud-Ovest
Uscita dal bosco | 2200 m | 421 m | 1h15' | Sentiero a zig-zag | Sud-Est
Casotto - Alpeggio | 2440 m | 140 m | 0h45' | Sentiero su prateria | Est
Fine morena | 2900 m | 196 m | 1h15' | Sentiero su prateria e su pietraia a mezza costa | Sud, dopo ampia curva
Col du Leynir | 3084 m | 166 m | 0h30' | Pietre, massi e ghiaccio | Sud
Galleria fotografica
Ci siamo stati
Col du Leynir
Dal termine del sentiero (2197 m) grandi ometti ben visibili fanno attraversare in piano sulla destra passando accanto al laghetto quotato 2919 m e da qui attraversando in leggera salita sin sotto la verticale del colle da cui su una bassa cresta morenica c'è un grosso ometto con un sasso giallo in cima punto di partenza per la salita diretta al colle.
Questo itinerario, confrontato con i rilevamenti del GPS, rimane più in basso rispetto al tracciato originario del sentiero riportato sulla cartina (in questo caso la numero 3 de L'Escursionista Editore): io infatti, volendo seguire fedelmente l'itinerario della cartina, mi sono trovato poi a dover attraversare più in alto per la scomodità della progressione sui grossi massi instabili e per il pericolo di eventuali cadute di pietre dalla bastionata rocciosa (molte sono rotolate dalla vicina Punta di Leynir).
All'andata la neve molto dura consigliava di procedere sul lato destro orografico del nevaio/ghiacciaio per rocce mobili e terriccio fradicio e franoso mentre al ritorno si poteva scendere (scivolare) direttamente e comodamente sulla neve che aveva mollato.
Bello tra l'altro anche il lago glaciale con un bel colore azzurro intenso, insolito per acque di fusione vicine ai ghiacciai, e che si raggiunge sia a vista che seguendo alcuni vecchi ometti di pietre che poi sembrano continuare dalle sue sponde verso nord-ovest: chissà dove portano?