Punta Leynir

Ritratto di giancarloberetta
giancarloberetta
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Data rilievo: 
13/09/2011
Quota di partenza: 
1 881 m
Quota di arrivo: 
3 239 m
Dislivello: 
1 380 m
Lunghezza*: 
14.88 km
Tempo di salita o complessivo*: 
3h45'
Tempo di discesa: 
2h15'

Gran bella escursione che percorre il solitario vallone di Vaudalaz raggiungendo la panoramica punta sud della Leynir che è considerata la “vera” punta con un ometto di pietre alto quasi due metri a differenza della sud che, anche se di 5 metri più alta e ad una decina di minuti di distanza, non ha nessun ometto sulla sua vetta che è spoglia. La salita è piacevole e senza eccessive pendenze sino all’inizio del pendio della pietraia che adduce al Col Rosset il quale si raggiunge faticosamente su terreno un po’ instabile e scivoloso nonché esposto su una pendenza molto forte. Dal colle alla vetta, poi, il percorso si fa più severo ed esposto soprattutto dalla prima anticima sino alla vetta con un passaggio un po’ delicato su una breve placca. Il panorama a 360° è eccezionale ed abbraccia oltre alle cime valdostane anche quelle piemontesi e della vicina Savoia. Durante tutto il percorso è altresì facile vedere numerosi esemplari di marmotte e comosci che pascolano indisturbati in questi ambienti selvaggi. Qui viene proposta anche la variante in discesa che tocca un bello e solitario lago alpino, che stranamente è ignorato da alcune mappe escursionistiche, incastonato sotto le grandi pietraie della Punta Leynir.

Descrizione

Dal parcheggio si prosegue sulla strada asfaltata sino al suo termine dove si trovano le paline di inizio del sentiero che si alza sino ad una baita situata poco sopra; continuando poi in leggera salita si contorna un basso promontorio erboso avvicinandosi ad un ruscello che si attraversa e dove, dalla parte opposta, si trova il bivio del sentiero (1984 m). Svoltando quindi a sinistra si scende verso il torrente di fondovalle che si attraversa su un ponte di legno incontrando subito dopo un altro bivio (1992 m) al quale si tiene la destra. Si continua ora nel bosco poco fitto con molti tornanti dove la pendenza aumenta sensibilmente risalendo un largo canalone che sbuca nel lungo vallone di Vaudalaz; qui il sentiero spiana decisamente passando accanto ad un rudere (2325 m) e raggiungendo subito dopo le baite di Grand Vaudalaz (2345 m) situate tra i pascoli della parte bassa del vallone. Sul percorso, che continua in leggera pendenza a mezzacosta, si passa un bivio in prossimità di un ruscello dove si ignora il sentiero che si stacca sulla destra (2367 m); si compiono poi alcuni saliscendi tra i dossi portandosi sulla destra per poi, arrivati nella parte alta del vallone, tenersi alla sinistra per risalire verso un pendio erboso a destra del quale si trova una bassa bastionata rocciosa. Puntando alla base di quest’ultima si prosegue, con un traverso, verso una grande pietraia che non si attraversa ma, doppiando un basso promontorio rocciosa, ci si tiene alla sinistra iniziando la faticosa risalita verso il colle. Qui il terreno e l’ambiente cambiano decisamente dovendo camminare faticosamente su terreno molto ripido di pietrisco e fine detrito su un sentiero che, con molti stretti tornanti, si alza spostandosi ora a sinistra ed ora a destra del pendio di pietre. Passati sopra una puntina rocciosa si compiono alcuni passaggi un po’ esposti transitando sotto una roccia biancastra per affrontare l’ultimo ripido tratto del sentiero che in pochi minuti porta al panoramico Col Rosset (3024 m). Dall’insellatura si prende la traccia che sale alla sinistra ed arriva subito ad una spalla che precede il pendio da risalire per raggiungere la prima anticima; questa si raggiunge dapprima percorrendo la larga cresta e poi, quando questa si fa un po’ più ripida, ci si sposta sulla destra camminando su una labile traccia che si snoda sulla fiancata pietrosa. Arrivati sotto la punta si sale direttamente e faticosamente verso la cresta che si raggiunge poco prima dell’anticima che si tocca dopo un breve traverso su una cengia esposta (3157m). Da questa anticima, sormontata da un piccolo ometto di pietre, si scende di qualche metro arrivando davanti ad una placca inclinata che si supera in aderenza; dopo questo facile passaggio si riprende la cresta che si percorre facilmente sulle rocce rotte di poco alla sinistra del filo raggiungendo così in pochi minuti il grande ometto della punta sud.
Per la discesa, oltre a rifare l’itinerario della salita, in alternativa si può compiere la seguente breve variante scostandosi per un breve tratto dal sentiero.
Ridisceso il ripido pendio sotto il colle si riprende il sentiero sino ad una quota di circa 2770 m arrivando ad una pietraia al termine della quale si trova una grossa pietra squadrata con sopra un ometto; superatala si raggiunge sopra un dosso un successivo ometto alla cui destra si trova un solitario lago alpino (2789 m) che si trova sotto le pendici occidentali della Punta Leynir. Dal lago si prosegue verso un colletto a nord dove si trova un altro ometto di pietre (2790 m) e da questo, senza continuare la traversata a destra che porta al vallone di Vaudalettaz, si scende facilmente alla sinistra per qualche comoda cengia per superare una bassa bastionata. Da qui si scende senza percorso obbligato per i larghi pendii erbosi tenendosi a mano a mano sulla sinistra puntando al sentiero dell’andata ben visibile sul fondo del vallone; raggiuntolo si segue il percorso dell’andata e si ritorna così al punto di partenza.