Cima Pomodoro

Ritratto di Cai56
Cai56
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Data rilievo: 
19/08/2012
Difficoltà: 
T4
Quota di partenza: 
1 705 m
Quota di arrivo: 
1 973 m
Tempo di salita o complessivo*: 
2h00'
Tempo di discesa: 
2h00'

Introduzione

Ampio giro escursionistico lungo la linea di confine su tracce attualmente frequentate solo dalle pecore: fino a pochi decenni fa era invece un sentiero delle guardie di confine che andava ad incrociare numerosi valichi battuti dai contrabbandieri. Panorama grandioso sul versante italiano, più limitato - solo la testata della Val Morobbia - su quello elvetico.

Descrizione

Dal parcheggio 1705m, si prosegue sul crinale fino al bivio nei pressi di un abbeveratoio: si sceglie la direzione di sinistra verso il Rifugio Sommafiume. Si percorre una mulattiera a blandi saliscendi che, assecondando il profilo della vallata, attraversa ripidi pascoli (cippi commemorativi di finanzieri periti in servizio sotto le valanghe di questi pendii) fino alle baite dell'Alpe Albano 1756m; da qui la traccia comincia a scendere finchè, a poca distanza dal Rifugio Sommafiume 1784m presso un corso d'acqua, si trova il bivio per la Cima Verta (Motto della Tappa CNS). Si procede sempre sulla strada militare - qui diventata erbosa e fiancheggiata da fitti ontani - fino ad un nuovo bivio: seguendo le indicazioni svizzere si svolta a destra e in pochi passi si raggiunge la Bocchetta di Sommafiume 1925m. Si tratta in realtà di una conca a pascolo sul crinale molto largo affacciata sul circo terminale della Val Morobbia. Da qui è molto evidente la cuspide della Cima Pomodoro. Balla bocchetta, seguendo la cresta Sudovest percorsa da una traccia esile, si raggiunge la spalla Q1960m: una cupola ricoperta di ginepri striscianti fra le rocce sparse. La traccia si porta ad una seconda spalla meno evidente e quindi scende alla base di un gendarme roccioso che conviene aggirare sul versante italiano (pochi metri più in basso, un piccolo laghetto stagionale). [Facilmente scalabile in salita, presenta maggiori difficoltà in discesa: circa III°]. Ci si trova ad una sella rocciosa caratterizzata da una roccia affilata, alla base di un secondo gendarme all'apparenza più ostico: il sentierino - molto esposto - volge sul versante elvetico sotto una roccia aggettante e si porta ad un comodo colletto erboso di fronte alla paretina sommitale. Un tempo (almeno fino al 1997) si trovava qui un grosso cavo metallico che facilitava il passaggio delle guardie: ora questo si trova caduto fra i massi della vetta, probabilmente sganciatosi dal suo ancoraggio a monte a causa di una piccola frana di blocchi. Qualche breve passo di arrampicata su rocce instabili e molti ciuffi d'erba e si arriva a toccare la stretta cupola erbosa della Cima Pomodoro 1973m. Si scende comodamente sull'altro crinale su tracce ripide nella solita arida vegetazione fino ad una conca erbosa; la traccia tende a scomparire mentre risale la Q1941, da cui poi ridiscende alla larga Bocchetta di Albano 1900m. Si prosegue sul comodo ma sempre più ripido crinale fino alla cupola erbosa del Monte Albano 2027m (Poncione di Giumello CNS): sull'altro versante si prosegue senza problemi su uno dei molteplici sentieri di animali del lato svizzero a mezzacosta della Q 1988m; districandosi fra i numerosi ontani si raggiunge con fatica la limitata apertura della Bocchetta di Nembruno 1878m. Portandosi sul versante italiano, senza traccia, si scende a vista per poche decine di metri verso la mulattiera iniziale, a circa mezz'ora dal Rifugio Il Giovo.

Informazioni generali

Via: dal Rifugio Il Giovo
Segnavia: rosso/bianco/rosso
Quota massima raggiunta: 2027m
Tipologia percorso: circolare
Periodo consigliato: maggio, giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre, novembre
Grado alpinistico: II-
Esposizione al sole: sud-est
Tratti esposti: cresta sottile

Riferimenti bibliografici

Accesso stradale

Da Lecco o da Como andare a percorrere la statale "Regina" fino a Dongo; da qui imboccare la provinciale per Garzeno. Arrivati al piccolo paese, nei pressi di un monumento agli Alpini, svoltare a destra in direzione "Il Giovo": la strada è molto lunga e risale il versante della montagna attraverso un castagneto con numerose contrade abitate. Gli ultimi chilometri sono su di uno sterrato abbastanza sconnesso, ma facilmente percorribile con prudenza. Ampie disponibilità di parcheggio sui pascoli presso il rifugio.

Galleria fotografica

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