Weissmies, da Hohsaas

Ritratto di giancarloberetta
giancarloberetta
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Data rilievo: 
17/08/2011
Difficoltà: 
F
Quota di partenza: 
3 156 m
Quota di arrivo: 
4 024 m
Dislivello: 
886 m
Lunghezza*: 
7.20 km
Tempo di salita o complessivo*: 
3h30'
Tempo di discesa: 
1h45'

Introduzione

La salita a questo 4000 è molto frequentata e si svolge interamente su ghiaccio per l’imponente versante nord-ovest la cui prima parte è abbastanza delicata dapprima per l’attraversamento di un plateau esposto alla caduta di incombenti seracchi e poi, più sopra, il passaggio variabile di stagione in stagione tra seracchi e larghi crepacci tramite salti o ponti di neve che, soprattutto in presenza del sole, va percorso velocemente (per esempio si vede una scala metallica utilizzata sino allo scorso anno per l’attraversamento di una larga fenditura ed ora parte integrante di un seracco); la seconda parte, invece, si svolge su ghiacciaio più sicuro e molto panoramico che, pur dovendo superare qualche grosso crepaccio ben visibile, compie un percorso elegante seguendo in alto le sinuosità della cresta che va percorsa però a debita distanza per la presenza di grandi cornici. Il panorama mozzafiato spazia a 360° sui numerosi 4000 che lo circondano da quelli più vicini di Saas Fee e Zermatt sino ai più lontani dell’Oberland, senza trascurare l’infinito tappeto delle altre vallate e cime minori. Fatto non trascurabile è anche il fatto che, se si è abbastanza veloci, l’ascensione si può effettuare in giornata prendendo le prime cabine della funivia che ci portano sino a 3150 m di quota.

Descrizione

Dall’arrivo della funivia si passa alla destra del vicino rifugio Hohsaas e si scende sulla stradina sterrata sino a raggiungere un piccolo slargo; alla sinistra si individua una traccia che, tra sassi mobili e terriccio, risale, costeggiando la fiancata rocciosa, sino alla parte inferiore del ghiacciaio Trift (3120m circa). Una volta messo piede sul ghiacciaio si superano piccoli crepacci e, spostandosi leggermente sulla destra, si arriva al plateau di poco superiore; questo si attraversa deviando decisamente a destra e, rimanendo a debita distanza dagli incombenti seracchi che lo sovrastano, si compie un largo semicerchio da destra a sinistra portandosi sotto il ripido pendio del ghiacciaio. Qui la salita si fa più ripida e delicata avvicinandosi ai seracchi della parete che presentano larghe fenditure e crepacci da superare con attenzione e velocità per una lunghezza di un centinaio di metri o poco più; passata questa zona si risale un pendio che raggiunge un’ampia dorsale dalla quale ci si dirige verso un grosso panettone alla sommità del quale si trova una specie di punta con delle roccette (3600m). Il percorso continua raggiungendo la cresta e, seguendone le sinuosità dal lato sinistro, si avvicina alla ormai visibile vetta con percorso a tratti ripido; seguendo la sempre ben marcata traccia ci si allontana un po’ dalla cresta in prossimità di un’anticima per riprenderla subito dopo arrivando, dove la pendenza diminuisce un po’, sotto il ripido pendio finale che, faticosamente risalito, porta sulla calotta sommitale.

Informazioni generali

Via:
Segnavia:
Tipologia percorso:
Periodo consigliato:
Esposizione al sole:
Pericolo Oggettivo:
Tratti esposti:
Attrezzatura utile:
Acqua:

Riferimenti bibliografici

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Accesso stradale

Galleria fotografica

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