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Ferrata Gamma Uno al Pizzo d'Erna

Rita

A cura di:

Ultimo rilievo: 23/05/2010
Lunghezza
0.00 Km
Quota di partenza
800 m
Altezza di arrivo
1375 m
Dislivello positivo
575 m
Tempo di andata
03h00'
Tempo di ritorno
01h45'
Periodo consigliato

Introduzione

La Gamma 1 al Pizzo d’Erna è una delle ferrate più conosciute e più praticate delle Prealpi lombarde. Due sono i tratti che la caratterizzano maggiormente: la forte esposizione e il numero di scale che sembrano non finire mai. Per contro è una ferrata non difficile, ma di impegno fisico piuttosto elevato, dovuto al dislivello da superare, di quasi 600 metri. Molto interessante dal punto di vista panoramico, con magnifica vista sul lago di Lecco, sulle Grigne e sulla pianura lombarda. Con il bel tempo si vede all’orizzonte il profilo delle più lontane Alpi Graie e Pennine.

Descrizione

Dietro al parcheggio svetta la verticale parete ovest del Pizzo d’Erna su cui è posta una grande croce e diversi ripetitori. Su un muro a destra dell’entrata alla funivia è posto un pannello indicante i diversi sentieri per il Pizzo d’Erna e per il Resegone. Prendere il sentiero n. 1 che scende per qualche decina di metri e incontra a destra la mulattiera per il rifugio Stoppani. Dopo una ventina di minuti la si lascia sulla sinistra, presso il cartello indicatore della ferrata. Prendere il sentierino che sale ripido per circa 10’ fino all’attacco. Dal cartello segnaletico parte la catena che sale ripida una roccia abbastanza impegnativa ma non difficile. Dopo un tratto verticale la via volge a destra su percorso sempre attrezzato ma facile fino alla prima scala, superata la quale una cengia verso destra porta alla seconda scala. Il primo troncone di ferrata viene superato attraverso un susseguirsi di scale sempre molto esposte ma sicure, alternate a tratti arrampicabili, con staffe poste sulle parti più impegnative. Si arriva infine a un traverso sulla destra, anch’esso con alta esposizione, che conduce ad un’altra scala dopo la quale si perviene ad un balcone che delimita la prima parte della ferrata. Da questa bella e panoramica balconata parte un sentierino sulla destra, utilizzabile come via di fuga, che conduce al rifugio Stoppani e ancora al sentiero n. 1. Sulla sinistra è invece il proseguimento della ferrata per un sentiero che porta al secondo troncone. Una parete superabile con tratti di facili roccette, dove è comunque sempre presente la catena, è seguita da un canalino dopo il quale si deve superare una scala seguita da tratti di roccia non difficile. Si arriva quindi in prossimità del breve ponte tibetano, caratterizzato da due funi (uno per i piedi e l’altro per le braccia, anzi, soprattutto per i moschettoni!) al quale si accede attraverso un tratto verticale, esposto e piuttosto impegnativo, superato il quale si deve risalire una piccola cresta e quindi un traverso a destra fino all’attacco della fune. Il ponte, lungo pochi metri, attraversa un canale franoso e termina su una parete verticale attrezzata con due scale in successione, di cui della prima si utilizza solo l’ultimo gradino e, con l’aiuto di un piolo, ci si assicura subito alla seconda. Si arriva quindi al termine della salita dove si incontra un sentiero quasi pianeggiante che conduce agli ultimi due speroni rocciosi che si superano a loro volta con l’ennesima serie delle infinite scale che caratterizzano questa ferrata. Si perviene ad un secondo ponte, molto più comodo del primo se non addirittura eccessivo, che porta alla base del secondo sperone che si supera con le ultime scale all’uscita delle quali si raggiunge la croce del Pizzo d’Erna (1375 m). Per la discesa si può utilizzare il sentiero n. 7 che scende congiungendosi al n. 1 per il rifugio Stoppani e da questo al parcheggio, oppure è possibile proseguire per la vetta del Resegone attraverso i numerosi sentieri che partono dai Piani d’Erna. Come ultima alternativa, per chi fosse davvero stanco, c’è sempre la funivia aperta tutto l’anno.

Ci siamo stati
ermanno

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Ferrata Gamma Uno al Pizzo d'Erna
lunedì 24 maggio 2010

Ferrata Gamma uno al Pizzo D'Erna

ferrata lunga e abbastanza faticosa. La catena di sicurezza rende la salita faticosa perchè i moschettoni non scorrono facilmente (a quando un cavo?). I tratti arrampicabili sono molto divertenti perchè ricchi di appigli, e si può salire elegantemente ignorando la catena come progressione. Purtroppo la gran quantità di scale rende meno divertente il tutto; si risalgono pareti verticali e molto esposte, in un caso con un passaggio da una scala all'altra da brivido, ma c'è da domandarsi se un percorso del genere, che senza scale non sarebbe praticabile, abbia un senso. In ogni caso, si tratta di una ferrata piuttosto famosa e frequentata, che consiglio di evitare la domenica (già il sabato era frequentatissima).
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