Ferrata del Venticinquennale, da Gajum
Accesso
SS 36 Milano-Colico, uscita Annone/Oggiono/Galbiate. Immettersi su SP 49 per 1,5 km, poi girare a sinistra su SS 639 per Erba. Svoltare a destra per Via Martinelli (SP 42) e seguire le indicazioni per Canzo. Al centro del paese seguire a destra le indicazioni per localitร Gajum. Al termine della strada parcheggiare sul piazzale a sinistra. Attenzione: la domenica la zona รจ molto frequentata, pertanto tenerne conto per evitare problemi di parcheggio.
Altre possibilitร di avvicinamento alla ferrata: da Valbrona (Co) e da Valmadrera.
Introduzione
La Ferrata del Venticinquennale รจ una delle classiche delle Prealpi Lariane. Nella zona del Triangolo Lariano, infatti, si concentrano varie vie escursionistiche, vie di roccia e ferrate di notevole impegno. Quella qui descritta รจ stata allestita dal CAI di Canzo nel 1972 e ristrutturata con notevoli cambiamenti nel 2007. La via percorre il versante Ovest e Sud del Corno Occidentale di Canzo ed รจ attrezzata per tutta la sua lunghezza con una catena e, solo dopo il primo tratto, con un cavo di sicurezza. Ciรฒ comporta qualche difficoltร , nella prima parte che รจ anche quella piรน impegnativa, nello scorrimento dei moschettoni. Per il resto la via รจ molto bella, severa e molto panoramica. I 250 m di dislivello si superano in poco piรน di un'ora.Descrizione
Avvicinamento
Dal piazzale, seguendo le indicazioni per il sentiero , prendere la bella strada acciottolata sulla sinistra che porta, con salita moderata e costante, al rifugio TerzโAlpe. Raggiuntolo, sempre seguendo le numerose indicazioni, girare a sinistra e risalire un ripido sentiero, sempre contrassegnato con il n. 1, che in circa 45โ porta allโinizio di un ghiaione. Attraversarlo sulla destra dirigendosi verso il pilastro Ovest del Corno Occidentale di Canzo, da cui รจ ben visibile la targa e lโattacco della ferrata. Unโalternativa molto consigliabile รจ quella di seguire la strada fino alla prima indicazione sulla sinistra del sentiero n. 1 โRipianino Corniโ posta poco dopo i ruderi di SecondโAlpe. Un sentierino sale attraversando il bosco senza eccessivi strappi e si congiunge con quello proveniente dal rifugio TerzโAlpe poco sotto le indicazioni per la via ferrata. Questa variante evita un eccessivo affaticamento delle gambe in vista del maggiore impegno da affrontare.
La ferrata
Dopo breve percorso verso destra la via sale in diagonale a sinistra, portandosi a ridosso di una placca verticale con qualche appoggio artificiale e una staffa in ferro, giร presente nel vecchio allestimento. Questo passaggio รจ probabilmente il piรน difficile dellโintero percorso. Segue un divertente canalino-diedro che porta alla base del versante sud. Fin qui la via รจ attrezzata con la sola catena. Si incontra ora una fessura che si supera con qualche aiuto artificiale e un primo traverso che termina con un salto, anchโesso facilitato da staffe. Un secondo traverso ascendente termina con una placca liscia ma abbastanza inclinata che precede un piccolo ma faticoso strapiombo. Si arriva ora allโinizio di un lungo traverso abbastanza impegnativo, talora faticoso per le braccia, che va affrontato con la dovuta prudenza ma senza esitare troppo. Spesso la cengia di appoggio si annulla, ma la parete tiene bene lโaderenza delle suole. Il traverso รจ inframmezzato da alcuni saltini verticali ed esposti, facilitati da staffe. Unโultima placca verticale porta a un sentiero di roccette che conduce ad una scala, dalla quale si esce risalendo un secondo sentierino attrezzato. Rimane quindi da affrontare il pilastro terminale composto da placche verticali, spesso strapiombanti, servite da staffe. Occorre vincere lโultimo strapiombo, corto ma infame per la difficoltร di far scorrere i moschettoni, per guadagnare finalmente lโanticima del Corno Occidentale. Da qui una traccia, segnata da bolli sulle rocce, conduce a un intaglio (Passo della Vacca) che occorre superare in discesa e che, sebbene non difficile, essendo esposto va affrontato con prudenza. Ripreso il sentiero si arriva in breve alla croce di vetta (1373 m). Per la discesa seguire i bolli rossi che conducono a Nord verso un canalino ripido dal quale si accede a un secondo canalino al cui termine un sentiero porta ai prati di Pianezzo e al Rifugio SEV.