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Tête de Cou, dal parcheggio di Machaby

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A cura di:

Ultimo rilievo: 05/02/2006
Difficoltà
WT2
Lunghezza
10.00 Km
Quota di partenza
594 m
Altezza di arrivo
1410 m
Dislivello positivo
816 m
Dislivello negativo
816 m
Tempo di andata
02h30'
Tempo di ritorno
01h30'
Periodo consigliato
Esposizione
E W S N NW NE SE SW NNE ENE ESE SSE SSW WSW WNW NNW

Accesso

Lasciata l'autostrada A5 all'uscita di Verrès svoltare a destra imoboccando la strada statale SS26 in direzione di Torino. Superare l'abitato di Verrès e, dopo 4,5 chilometri, si raggiunge la rotonda di Arnad. Prendere la seconda uscita e proseguire verso in direzione del centro abitato unable to parse seguendo le indicazioni per il Santuario di Machaby. Risalire la strada comunale per circa 2 chilometri costeggiando il complesso della chiesa romanica di San Martino e passando nei pressi del Castello dei Valleise sino ad incontrare il bivio per l'area parcheggio di Machaby: proseguire diritto per circa 700 metri sino ad incontrare un ampio parcheggio ove lasciare l'auto. Nell'area è presente un pannello con le indicazioni della rete sentieristica comunale.

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Introduzione

Posta all'ingresso della Valle d'Aosta, la Tête de Cou si erge sulle strette gorge di Bard. L'itinerario qui proposto permette di assaporare natura, storia e spirito: dai bellissimi boschi di castagno e faggio lungo gli itinerari militari che nel XIX secolo servivano a fronteggiare l'avanzata napoleonica, al silenzioso santuario di Machaby dedicato alla Madonna delle Nevi.

Durante la programmazione di questa uscita si deve tener conto del fatto che la bassa quota e la sua posizione della valle non la rendono tra le più "innevate" tra quelle proposte; nonostante ciò la peculiare posizione la rende soggetta a particolari effetti climatici come la presenza di cristalli ghiacciati sui rami degli arbusti esposti ai venti umidi che giungono dalla non lontana pianura., per questo motivo è sempre interessante provarla.

Descrizione

Si ridiscende la strada sino ad incontrare una palina segnaletica riportante il sentiero 4 : qui si svolta a sinistra e si imbocca l'ampia mulattiera lastricata che conduce a Machaby. Si incontra subito un tzapelet e si prosegue superando un torrente su di un ampio ponte in legno. Si prosegue lungo la stradina lastricata entrando nel bosco di castagno, dopo una svolta a destra si prosegue per qualche minuto sino a raggiungere il Santuario di Machaby (672m, 0h15'): l'edificio, eretto nel XV secolo è dedicato alla Madonna delle Nevi con festa annuale ogni 5 agosto.

Si prosegue lungo la stradina ed in pochi minuti si raggiunge, nei pressi di un altro oratorio, la località detta "Pradouegne" (ampio pianoro sotto castagni secolari) e al villaggio di Machaby: è consigliata una breve visita al villaggio per osservare i caratteristici Dzerby.
Ritornati a Pradouegne si può approffitare di una pausa eno-gastronimica all'agriturismo "Lo Dzerby" di Cesarino Bonin per poi proseguire il percorso verso i resti della fortificazione del Tenente Lucini (700m, 0h25'). 

Poco dopo il ricovero si incontra il bivio per discendere verso Bard: attualmente tale sentiero è chiuso da un'ordinanza del sindaco di Arnad per rischio frane. Si procede lungo la comoda strada che con una serie di tornanti si addentra nuovamente nel bosco; ogni tanto si aprono scorci panoramici, soprattutto sul non lontano Paretone, culla del free-climbing valdostano. Lentamente si raggiunge una piccola radura dove sono presenti i resti di altre fortificazioni militari su di un pianoro nel quale sorgeva il villaggio di Arbeadze (845m, 0h45'). 

Qui si abbandona la stradina e si inizia a procedere lungo la bellissima mulattiera lastricata. Lungo la salita si incontrano ancora un paio di casolari ristrutturati per poi entrare nuovamente nel bosco di castagno. Dopo alcuni tornanti si incontra un bivio (901m, 1h00'): una flebile traccia di sentiero diparte sulla destra di un tornante per raggiungere la base del famoso Pilastro Lomasti. 

Ovviamente si trascura questa deviazione e si procede ancora all'interno del bosco ove la mulattiera compone una serie infinita di svolte, sempre sorretta da impeccabili muri a secco. Superati i mille metri il castagno lascia posto al faggio e alla betulla e, poco dopo, la mulattiera lascia il passo ad una stradina rendendo meno evidente il percorso. Lentamente ci si avvicina al colle e la vegetazione si dirada sino a raggiungere l'ampia radura che precede il villaggio di La Cou. Si supera un piccolo fontanile in legno e si raggiunge infine La Cou (1376m, 2h20'). 

All'altezza di una casa ristrutturata si svolta a destra e si percorre un sentierino che, con una serie di saliscendi, raggiunge infine la nostra meta: la Tête de Cou (1410m, 2h30')
Dalla cima si può godere di interessanti scorci panoramici sull'alto Canavese, la bassa valle e tutto il corollario montuoso dal Bec Renon al lontano Grand Combin.
Il ritorno avviene per la medesima via dell'andata (1h30').

Riferimenti Bibliografici

  • Tracce Lievi - Martini Massimo - Martini Multimedia, Saint-Vincent, 2007

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