Punta della Croce, dal Colle San Carlo
Introduzione
La Punta della Croce è, su molte cartine, solo quotata ma il suo nome è in logica sequenza con il sottostante omonimo colle situato a sud di essa; questa vetta si trova sulla lunga dorsale che dal Mont Cormet scende sino al Colle San Carlo. La seconda punta che si incontra, la più elevata, è sormontata da resti di fortificazioni militari che si trovano anche sulla dorsale verso il colle. La salita è stata effettuata non dal più facile e frequentato percorso passante dal lago di Arpy ma per la più ripida dorsale nord-est; l’ascensione da questo versante comporta più difficoltà dovendosi percorrere traversi esposti nel bosco e l’ultimo pendio ripido ed esposto. Si consiglia di effettuare l’escursione con buona visibilità sia per godere della vista eccezionale sia perchè, in caso di nebbia, è implicita una buona conoscenza del territorio, inoltre il manto nevoso deve essere ben assestato nei traversi superiori sotto le anticime. I bellissimi panorami sono dominati dal vicino gruppo montuoso del Monte Bianco per andare sino a Grand Combin e Cervino; inoltre lo sguardo si spinge su tutte le vette che circondano Morgex, La Salle e Courmayeur e quelle formano il vicino comprensorio di La Thuile.
Descrizione
Dal piazzale ci si inoltra nel bosco sulla traccia, di solito presente, che si stacca sopra la casetta in legno; il percorso si sviluppa con lievissima pendenza sulla traccia della poderale estiva e, vista la frequentazione degli escursionisti, si inizia a camminare comodamente anche senza racchette. Arrivati in breve ad un bivio segnalato dalle paline e da cartelli in legno(2007 m) si abbandona la traccia di sinistra, più frequentata, che si dirige verso il lago di Arpy e si inizia a salire sulla destra cercando di intuire il percorso di una mulattiera; guadagnando quota più decisamente si sale tra la vegetazione e, con alcuni traversi esposti da compiersi su tratti slavinati, ci si sposta sulla sinistra aggirando i piccoli speroni boschivi. Giunti dove la vegetazione si fa più rada (2140 m circa) si devia decisamente a destra imboccando un evidente e ripido scivolo che si rimonta faticosamente arrivando nei pressi di un piccolo ricovero in pietra (2247 m); da qui si punta alla dorsale soprastante che si inizia a risalire deviando sulla sinistra. In questo tratto, dove il panorama si allarga sulla valle di La Thuile e sui massicci del Monte Bianco e delle Grandes Jorasses, la pendenza ritorna ancora ripida e si prosegue rimanendo leggermente sul lato destro della dorsale per giungere ad un colletto situato nei pressi di alcune rocce scoperte (2338 m). Da questo punto, vedendo già la calotta sommitale della nostra meta, conviene rimanere sempre sulla destra della dorsale (la cresta può presentare cornici) e con un lungo traverso non molto esposto si contorna sulla destra una puntina rocciosa. Superatala si devia decisamente a sinistra giungendo un altro colletto (2420m) da dove inizia il ripido pendio finale; questo conviene affrontarlo direttamente, per evitare così esposti traversi, giungendo in breve sulla vetta sormontata da un basso ometto di pietre. Volendo si può poi scendere brevemente ad un’insellatura e risalire altrettanto brevemente all’altra punta di qualche metro più alta (2476 m) dove si trovano i ruderi delle fortificazioni militari dell’ultimo conflitto mondiale.