Relazioni Punti di interesse Ci sono stato Magazine Webcam

Pointe de Chaligne, da Petit Buthier

giancarloberetta

A cura di:

Ultimo rilievo: 13/01/2011
Difficoltà
WT3
Lunghezza
10.00 Km
Quota di partenza
1636 m
Altezza di arrivo
2626 m
Dislivello positivo
1165 m
Tempo di andata
03h00'
Tempo di ritorno
02h00'
Periodo consigliato

Introduzione

Escursione lunga ed impegnativa, non sempre tracciata, per amanti degli spazi aperti e dei bellissimi panorami che a 360° ci accompagnano lungo tutto il percorso sia di salita, tutto a sud, che di discesa; dati gli ambienti che si attraversano il giro ad anello non è consigliato a chi soffre di vertigini e comunque, una volta raggiunta la vetta anche solo della Punta Metz, si può ritornare per l'itinerario si salita. Le difficoltà si trovano soprattutto nella parte centrale e cioè dalla discesa dalla Punta Metz sino al colletto quota 2539 da cui si inizia la discesa nel vallone; a seconda delle condizioni della neve e dell'azione del vento le creste si presentano con cornici ed esposti tratti affilati da percorrere con cautela e dove, con presenza di ghiaccio, possono essere utili i ramponi; inoltre dall'uscita del bosco l'esposizione diviene sempre più elevata a causa dei versanti che si abbassano per alcune centinaia di metri verso i fondovalle.

Descrizione

Dal cartello di divieto di transito ci si incammina sulla poderale che si addentra nel vallone sino ad incontrare ben presto la traccia di un'altra strada (1670 m) che si alza sulla destra che si imbocca e si percorre anche questa per alcune centinaia di metri. Si giunge nei pressi di una curva (1696 m) e si inizia a risalire nel bosco, con qualche tratto un po' ripido, cercando di individuare la traccia del sentiero estivo e comunque rimanendo alla sinistra (salendo) dell'ampia dorsale boschiva; dopo aver risalito abbastanza faticosamente un po' meno di duecento metri di dislivello ci si sposta sulla destra e compiendo qualche tornante si guadagna la dorsale vera e propria che, data la sua larghezza, si percorre comodamente in linea retta seguendone il filo o, al massimo, rimanendo un poco alla sinistra di esso. Si arriva così in spazi aperti al di fuori del bosco e si riprende a salire per la dorsale, che d'ora in poi si seguirà sino al raggiungimento della cima, per arrivare abbastanza faticosamente una prima anticima dalla quale, aumentando ulteriormente la pendenza, si supera un breve tratto in cui la cresta si appiattisce un po' passando poco al di sopra di alcuni paravalanghe; ora la pendenza ritorna ben sostenuta e, a seconda delle condizioni della neve, si raggiunge la cima della Punta Metz (2559 m) o direttamente o compiendo qualche zigzag, stando però attenti in questo caso, ad alcuni brevi traversi un po' esposti. Dalla Punta Metz si scende per la breve cresta opposta, che a seconda delle condizioni si può presentare abbastanza delicata, stando attenti alle cornici e comunque tenendosi alla sinistra del filo dove si cammina traversando il pendio che è esposto; in breve si raggiunge la larga insellatura del Col de Metz (2496 m) da dove è facile congiungersi alle tracce, prevalentemente scialpinistiche, che arrivano dal rifugio Chaligne e si inizia la risalita dell'opposta dorsale, ora ampia e comoda, che ci porterà sino alla vetta. Il tratto di risalita dal colle è breve e senza percorso obbligato in qualche decina di minuti si raggiunge la panoramica vetta della Punta Chaligne (2625 m) dove sono situate due croci, una lignea ed una di metallo. Dalla vetta si scende sul versante opposto percorrendo la cresta che essendo aerea e, a seconda della presenza di cornici, la si deve percorrere rimanendo il più possibile sul filo prestando molta attenzione alle cornici ed ai ripidi pendii che scendono dallo spartiacque; arrivati verso la fine della cresta si giunge ad un ripido risalto che si scende rimanendo sulla sinistra di esso prestando sempre attenzione all'esposizione del pendio. che la dorsale si allarga di molto. Si continua sulla dorsale che ora è larga e comoda e, senza arrivare al colle Tardiva, si devia prima di un dosso in corrispondenza di un colletto (2539 m) sulla sinistra compiendo dapprima un traverso e poi scendendo liberamente verso le ondulazioni del vallone che si trovano più in basso; senza spingersi troppo verso il suo centro, conviene deviare sulla sinistra rimanendo a distanza di sicurezza dal fianco delle pendici che scendono dalla Punta Chaligne e, scendendo nei punti più comodi, passare tra i dossi sino ad individuare più sotto una baita isolata. Sempre in "discesa libera" la si raggiunge così la baita di Tsa de Chesére (2313 m) dalla quale si prosegue spostandosi, al di sotto di un risalto, verso destra per passare poco distante dall'alpeggio di Chesére. Si continua a scendere per valloncelli e dossi con qualche tratto un po' ripido sino ad incontrare più in basso la traccia di una strada che taglia le pendici della montagna deviando su di essa verso sinistra; ora le difficoltà ed i tratti ripidi sono finiti e comodamente, passando poco sopra la baita di Moron ed ignorando più oltre una strada che scende a destra, si ritorna in breve al punto di partenza.

Galleria fotografica

© 2021 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
Ci siamo stati
giancarloberetta

A cura di:

Pointe de Chaligne, da Petit Buthier
domenica 16 giugno 2024

Punta Chaligne

Con qualche giorno di ritardo arrivo anch'io ad informare sulla condizioni. La traccia è stata tutta da fare, sia in salita che in discesa, anche se nel bosco ne era presente una vecchia e ormai poco visibile ma la neve era prevalentemente portante mentre appena fuori da esso si iniziava a sfondare un po'sino alla cresta della Metz. Dalla salita alla Metz in vetta alla Chaligne la neve era crostosa e lavorata dal vento che sino al colletto di discesa si faceva sentire con forti raffiche. La discesa dalla Metz era abbastanza delicata per l'esposizione dell'alto pendio e la salita alla Chaligne invece tutta tranquilla ma senza tracce visibili di precedenti passaggi anche scialpinistici. La cresta di discesa dalla Chaligne è stata molto delicata (forse F?) e sembrava di essere su una cresta di alta montagna con cornici, abbastanza basse, ed affilata ed esposta nei primi cinquanta metri ma senza ghiaccio. La discesa poi, tutta in neve alta ed intonsa, è stata da favola con qualche tratto un po' ripido, ma mai pericoloso, dall'ultimo alpeggio alla poderale. Al pomeriggio temperatura da primavera inoltrata con neve sfondosa e bagnata. Escursione attualmente consigliata per le racchette e un po' meno per scialpinismo. La giornata bella ci ha regalato panorami da favola sia durante la salita sulla cresta panoramica che dalla croce di vetta.
Accedi per postare