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Cima di Entrelor, da Bruil

giancarloberetta

A cura di:

Ultimo rilievo: 09/02/2011
Difficoltà
WT4
Lunghezza
15.00 Km
Quota di partenza
1676 m
Altezza di arrivo
3433 m
Dislivello positivo
1806 m
Tempo di andata
05h00'
Tempo di ritorno
02h30'
Periodo consigliato

Accesso

Si percorre la A5 Torino-Aosta e, superata la barriera di Aosta est, si prosegue sull’autostrada per uscire al casello successivo di Aosta ovest; si prende la direzione per Aosta e giunti al semaforo sulla statale si svolta a sinistra per raggiungere il comune di Villeneuve dove si trova sulla destra lo svincolo per la valle di Rhȇmes. Superato l’abitato di Introd si tiene la destra ad un bivio seguendo l’indicazione per Rhȇmes Notre Dame che si raggiunge dopo aver risalito per alcuni chilometri la valle; giunti nel capoluogo si può parcheggiare sia nel comodo posteggio all’ingresso dell’abitato o appena fuori da esso, appena prima del ponte della pista di fondo, nell’altrettanto comodo parcheggio interrato.

 

Introduzione

Ascensione molto lunga e faticosa per la quale bisogna essere ben allenati per affrontare, oltre al notevole dislivello e la lunghezza (più di 15 km), pendii ripidi e quando si arriva già stanchi all’anticima, dove quasi tutti si fermano, la discesa e la successiva risalita della crestina rocciosa molto esposta dal lato Nivolet ed il pendio finale ancora ripido. Per la salita a questa vetta ci devono essere condizioni di neve ben assestata nella parte alta anche perché si svolge in un vallone esposto a nord e quindi sempre all’ombra nei mesi più freddi; in caso di nevicate recenti, dalle baite di Entrelor in poi, bisogna prestare attenzione ai carichi nevosi presenti sui pendii dove la coltre rimane, proprio per la sua esposizione, sempre polverosa senza compattarsi con gli strati su cui poggia. Dalla vetta infine il panorama è veramente superbo spaziando a 360° sia sul vicino gruppo dal Gran Paradiso che sui 3000 e 4000 della catena alpina e delle valli aostane, piemontesi e francesi.

Descrizione

Dall’uscita in fondo al parcheggio sotterraneo si svolta a sinistra e si oltrepassa il ponte sul torrente risalendo la pista di fondo verso destra e, prendendo alcune scorciatoie che tagliano i pochi tornanti, si raggiungono le baite di Pra del Bosco le quali si lasciano sulla sinistra per entrare nel bosco individuando una traccia che è quasi sempre presente. Saliti alcuni tornanti si giunge ad un bivio segnalato da paline (1892 m) al quale si prosegue salendo sulla destra con numerosi tornanti con pendenza variabile e, dopo un breve tratto un po’ più ripido, si arriva ad una croce lignea situata in un bel punto panoramico (2115 m). Rimanendo sulla sinistra si compie un breve traverso costeggiando i pochi alberi e si continua ora in falso piano addentrandosi nell’ampio vallone lasciando un po’ lontano le baite di Entrelor che si trovano tra i dossi sulla destra; da qui ci si dirige verso l’ampio pendio che si trova in fondo al vallone verso destra camminando su ondulazioni del terreno che non presentano tratti ripidi passando con alcuni tornanti nei punti di minor pendenza. Proseguendo oltre ci si avvicina al pendio che, diventando ripido, si rimonta con qualche zig-zag un promontorio nevoso dove diminuisce di poco la pendenza spostandosi poi leggermente a destra per raggiungere, sotto l’incombente versante della Becca Tsambeina, l’ingresso di un piccolo vallone che si alza sulla sinistra e che si percorre con un traverso arrivando sotto ad un ripido risalto. Superato direttamente quest’ultimo con qualche tornante ripido si arriva ad un piccolo falsopiano dove, più avanti con un ultimo traverso un po’ lungo ed esposto, si raggiunge una spalletta e si svolta a destra entrando in un'altra piccola valle dove ci si trova davanti ad un ampio e ripido pendio che si trova sotto le ultime propaggini del piccolo ghiacciaio di Entrelor la cui testata si può vedere un po’ più in alto sulla destra. Continuando la salita si raggiunge un colletto abbastanza ampio (3275 m) al quale si svolta a destra dirigendosi verso la vicina anticima dalla cui puntina si vede di fronte l’ultimo pendio che si deve risalire per raggiungere la vetta; da questo punto si deve scendere disarrampicando su una ripida crestina rocciosa per una ventina di metri (II°, esposto dal lato Nivolet) arrivando ad un intaglio dal quale inizia la dorsale di salita alla punta vera e propria. Dall’intaglio si prosegue sull’ampia cresta puntando verso un piccola e bassa fascia rocciosa che si supera direttamente o, se la cornice lo permette, contornandola a sinistra percorrendo un ultimo tratto ripido alla sommità del quale si trova l’omino di vetta. 

Galleria fotografica

© 2021 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
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