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Alpe Pescée, da Tornadri

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A cura di:

Ultimo rilievo: 20/01/2010
Difficoltà
WT2
Lunghezza
0.00 Km
Quota di partenza
1100 m
Altezza di arrivo
1724 m
Dislivello positivo
624 m
Tempo di andata
02h00'
Tempo di ritorno
01h00'
Periodo consigliato
Esposizione
E W S N NW NE SE SW NNE ENE ESE SSE SSW WSW WNW NNW

Accesso

Da Milano a Sondrio lungo le statali 36 e 38; alla rotonda all'ingresso della città svoltare a sinistra in direzione Valmalenco. Percorrere tutta la valle fino a poco oltre Tornadri (ultima contrada di Lanzada), dove si stacca sulla destra una strada privata per le miniere di talco. Il punto preciso è identificabile per la presenza di una cabina elettrica sovrastata da una indicazione in legno per "Alpe Brusada - 1 ora". Scarso parcheggio nei pressi.


Introduzione

Escursione inedita nella sua estensione all'Alpe Pescée, che presenta prevalentemente interesse paesaggistico e geologico. Si sviluppa sempre all'ombra (neve farinosa che si mantiene a lungo) sul versante che guarda gli alpeggi e le antiche cave di Lanzada/Franscia senza lasciar troppo sospettare la presenza sommitale del vasto territorio sciistico di Chiesa Valmalenco. Proseguire oltre la meta indicata (verso l'Alpe Acquanera) risulta poco evidente e non privo di rischio valanghe.

Descrizione

Dal parcheggio 1100 m circa si segue brevemente la strada asfaltata tenuta sgombra dalla neve fino al piazzaletto di carico della miniera; da qui si imbocca la pista forestale che, alternando tratti in semipiano a discrete salite, sale a tornanti nel rado bosco di conifere fino alle prime baite 1400 m circa della Brusada. La traccia, ormai più comoda, si porta con qualche larga curva al nucleo principale dell'Alpe Brusada 1483 m, posta su un vasto terrazzo ben panoramico sul centro della Valmalenco, ma del tutto insospettabile dal basso. Fin qui normalmente il percorso risulta battuto da ripetuti passaggi, anche di motoslitta. La prosecuzione va affrontata con spirito di ricerca nella neve del passaggio secondo la logica del sottostante sentiero (le paline indicatrici non sono correttamente orientate). Si prosegue verso sud fino ad arrivare in vista di un secondo gruppo di baite (con chiesetta) e da qui si comincia a risalire il pendio a sinistra con un lungo traverso ascendente; arrivati al bosco di larici - largo e luminoso - la salita si accentua molto e si va ad affrontare una lunga serie di tornantini che si sviluppano su di un costone poco marcato a margine destro di un valloncello. A quota 1724 m si sbuca in una radura piuttosto ripida, al cui margine meridionale si notano la poche baite semisommerse dalla neve dell'Alpe Pescée. La conca dell'alpe è delimitata a est da un'impennata anche rocciosa che sostiene i terrazzi dell'Alpe Acquanera, e a nord dal Costone del Cengiasc (a confine con l'Alpe Largone) sul quale si notano i ruderi di un villaggio minerario dedicato all'estrazione dell'amianto.
Ritorno per la via di salita.


Attrezzatura consigliata: racchette da neve ben ramponate


Ci siamo stati