Relazioni Punti di interesse Ci sono stato Magazine Webcam

Valle Otro, da Alagna Valsesia

maria grazia s

A cura di:

Ultimo rilievo: 18/09/2008
Difficoltà
T2
Lunghezza
0.00 Km
Quota di partenza
1154 m
Altezza di arrivo
1854 m
Dislivello positivo
700 m
Tempo di andata
01h45'
Tempo di ritorno
00h45'
Periodo consigliato

Introduzione

La valle Otro è un insieme di splendidi villaggi Walser, con le tipiche abitazioni molto ben conservate, raggiungibile da Alagna con un ripido sentiero che sale a sinistra nel vallone precedente quello d'Olen. Nel medioevo era un ricco alpeggio appartenente ai conti di Pombia; nel 1025 alcuni membri della famiglia, tra i quali Riccardo, proprietario di Otro, furono puniti dall'imperatore Corrado II per il loro appoggio al re Arduino d'Ivrea, ed i loro beni furono confiscati. L'alpe d'Otro fu donata prima al vescovo di Vercelli e poi a quello di Novara. Nonostante la confisca fosse ribadita in numerosi diplomi dai vari imperatori di Germania, i signori di Pombia, molto potenti, riuscirono a rimanere in possesso dei beni, e Guido donò l'alpe d'Otro insieme ad altri cespiti posseduti in Valsesia, al monastero di Cluny, che a sua volta trasferì le proprietà al monastero clunicense di Castelletto Cervo, un monastero privato, fondato proprio in quegli anni dai conti di Pombia, che con questa mossa mettevano al sicuro dalle confische i loro beni e ne mantenevano il controllo, con la nomina dell'abate e la gestione finanziaria, secondo l'usanza dell'epoca. Nel XIII secolo, grazie anche al clima favorevole, come in altre aree della valsesia, i conti di Biandrate e del Canavese e gli ordini religiosi favorirono l'insediamento nelle vallate dei coloni Walser, perché facessero fruttare i terreni; in valle Otro arrivarono coloni di Gressoney, ma forse anche dalla Val Vogna e da Macugnaga. Quando nel XVI secolo il clima divenne più freddo, la zona non venne più abitata tutto l'anno, i valligiani scendevano dagli alpeggi alti alla vigilia di Natale e risalivano a San Giuseppe. La valle Otro è triangolare, e si suddivide in tre valloni, confinanti con la valle di Gressoney: il primo, il più a sud, è percorso dal rio Tailli (Tailli Wasser) che alimenta due laghi, nel secondo, centrale, scorre il torrente Otro (Olter Boch); include l'area del Corno Bianco e dello Strailing (das Kufers grod), il terzo confina con la valle d'Olen, raggiungibile attraverso il passo Foric. I villaggi della valle Otro hanno tipiche case Walser, molto ben conservate, forni per il pane, e il Mulino di Puttero, ben restaurato.

Descrizione

Lasciata l'auto, salire per la bella mulattiera seguendo il segnavia [3], che è la "mamma" dei sentieri di tutta la valle Otro, e arriva fino al Bivacco Ravelli e poi al Passo dell'Uomo Storto (2880m). Si può partire sia dalla frazione Resiga, che dal centro di Alagna. Quando i due itinerari si congiungono, inizia la Olterstiga, cioè la salita d'Otro. Lasciato a sinistra il sentiero per la Caldaia d'Otro (Olter Chessi), una forma di erosione creata dall'acqua, e lasciato a destra il sentiero per le miniera abbandonata di manganese, si continua lungo la pedonabile molto ben tracciata, a tratti piuttosto ripida, che sale nel fitto bosco ombreggiato da conifere, con serpentine che ci aiutano a prendere quota velocemente. Superiamo una cappellina, saliamo ancora a zig zag, poi dopo un breve tratto meno ripido usciamo dal bosco, lasciamo a destra le case di Felleretsch e Ciucche, e ci ritroviamo al primo villaggio, Follu (1684m), un'ora e mezza scarsa dalla partenza (la salita è ripida e costante, "rende"...). I bellissimi prati verso Felleretsch sono coltivati contro la montagna a patate, ortaggi, cereali. A Follu c'è una deliziosa chiesa dedicata alla Madonna della Neve, alcune splendide abitazioni, una fontana e un posto di ristoro; la maggior parte degli escursionisti si ferma qui...
Noi proseguiamo tra i prati verso gli altri villaggi, Dorf e Scarpia (1726m), dalle case stupende protette da paravalanghe; passiamo davanti al forno del pane, e in mezzo alle case, anziché seguire il sentiero alto che le aggira a destra. Qui il percorso è dolce, il dislivello poco. Continuiamo tra cespugli di ontani accompagnati dai campanacci delle mucche che pascolano sotto la mulattiera e in mezz'oretta siamo prima a Pianmisura Piccola, accolti da un simpatico asinello ragliante, con le case non più in legno ma in pietra, tutte in fila e con begli orticelli quadrati davanti l'uscio, protetti da reti. Di fronte a noi, sul dosso, oltre il torrente Foric, le case di Pianmisura Grande (1854 m), purtroppo in parte abbandonate, con la loro chiesina e la fontana. Prima di attraversare il torrentello verso Pianmisura Grande, una deviazione a destra, la [3b], porta al col Foric e al passo di Zube, ed è parte del giro del Monte Rosa, molto ben segnalato, oltre Pianmisura Grande, il
sentiero 3c sale all'alpe Granus, poi al bivacco Revelli, al colletto Tailli e scende ai laghi omonimi, dai quali il sentiero 3a riporta a Follu.
Rientro per lo stesso itinerario in circa 45 minuti.

Ci siamo stati