Savogno, da Castasegna
Accesso
da milano si prende la statale 36 per Lecco/Colico si continua per Chiavenna e quindi St. Moritz. Appena passato il confine a Castasegna si lascia l'automobile al parcheggio sopra il paese.
Descrizione
Dalla sommità del paese di Castasegna si prende verso nord la strada serrata verso Soglio. Dopo poche centinaia di metri un cartello ci indica la mulattiera a sinistra in ripida salita verso Dasciun. Si entra così in un fitto castagneto arrivando ad una baita dove lo sguardo inizia a spaziare su tutta la catena retica, davanti a noi appare la val Bondasca con il suo meraviglioso circo di pareti nord a contornarla, il gruppo dello Sciora, il Cengalo, i Pizzi Gemelli, il Badile. Si prosegue a sinistra della baita facendo poi attenzione ad un bollo che indica una traccia che sale rientrando nel bosco, si segue quindi il sentiero privo di bolli ma ovvio nella direzione fino ad uscire al pascolo di Dasciun (1100 m, 1h00').
Seguiamo l'indicazione per Savogno. Iniziamo così un tratto ondulato con brevi rampe in salita e discesa in un bellissimo bosco di abeti rossi fino a raggiungere il guado del torrente che segna il confine. Entriamo in Italia! e sempre con percorso ondulato raggiungiamo il grande pascolo di Somasaccia. Qui il primo edificio che si incontra è la vecchia caserma posta a guardia del confine appena superato. Si attraversa completamente lo splendido pascolo costellato di baite ristrutturate facendo attenzione di scendere alle malghe basse per una traccia a sinistra. Su un sasso troviamo, scritta a minio, un'indicazione. Prima di iniziare la ripida discesa si consiglia di abbandonare il sentiero per affacciarsi, con attenzione, alle lisce rocce a picco sul lago di Villa di Chiavenna (2h15'). Tornati sui nostri passi iniziamo la discesa. Su una comoda seppur ripida mulattiera arriviamo al ponte sul torrente dove è indicato il bivio Savogno-Villa di Chiavenna. Invece di prendere il sentiero diretto per Savogno continuiamo a scendere fino alle case di Villa di Chiavenna uscendo nella parte alta del paese ricco di crotti e edifici storici. Arrivati sull'asfalto seguiamo le indicazioni verso destra e dopo qualche centinaio di metri troviamo il cartello che indica nuovamente Savogno (3h15').
Prendiamo il bel sentiero, che si trasforma per un tratto in strada sterrata per diventare successivamente di nuovo sentiero, che si inoltra tra i resti di muretti a secco. Alternando brevi tratti in salita con altri pianeggianti ed ignorando le tracce anche bollate che scendono verso il fondo valle, ed il cartello per Zernone, ci si innalza fino ad arrivare al suggestivo borgo di Savogno (4h30').
Savogno già da solo meriterebbe un'uscita, è uno dei pochi paesi abitati privi di strade, collegato al fondovalle da una teleferica e da una arditissima mulattiera, 2887 gradini che ci vedranno protagonisti in discesa. E' ricco di testimonianze artistiche tra cui meritano un menzione la chiesa, i ballatoi in legno e l'antica segheria con mulino ad acqua proprio dietro il rifugio verso Dasile. Il nostro percorso prevede ora la discesa sui famosi 2887 gradini che con stretti e ripidi tornanti ci porta a ridosso delle celeberrime cascate dell'Acquafraggia, ma prima di arrivare in basso merita una visita, a poco più di metà discesa, l'antico torchio, vecchio di 300 anni e dismesso a inizio '900, ancora in ottime condizioni. In corrispondenza di alcune caratteristiche vasche si gira a sinistra per poche decine di metri fino all'edificio quasi completamente ristrutturato. Non resta ora che percorrere i restanti scalini per andare ad ammirare le cascate, inserite dalla regione Lombardia tra i monumenti naturali, già decantate secoli fa, per la loro bellezza, da Leonardo da Vinci.