Pizzo dei Galli
Accesso
Da Milano a Morbegno lungo le statali 36 e 38; alla rotonda all'ingresso della città svoltare a destra in direzione Valgerola. Proseguire lungo la provinciale fino alla frazione Sacco e parcheggiare in uno dei numerosi piccoli spazi disponibili nell'abitato.
Introduzione
Panoramica escursione ad una tranquilla cima erbosa che si affaccia sulla bassa Valtellina dominando la città di Morbegno: sullo sfondo una magnifica veduta sulle Alpi Retiche del Masino e del Bernina. I galli cui fa riferimento il toponimo sono i forcelli (o fagiani di monte) che, assieme all'oggi ancor più raro cedrone, facevano parte - prima di essere praticamente sterminati da una caccia senza limiti - dell'avifauna tipica di queste valli orobiche.
Descrizione
Dal parcheggio salire alla piazza principale 700m del paese (chiesa parrocchiale ed edificio con antichi affreschi) e andare a imboccare verso sinistra una vietta che sottopassa una casa con archi (in un cortile, sulla destra, l'antica abitazione con il ciclo pittorico dell' "Homo Selvadego"); si prosegue verso l'alto e, ad un bivio, si continua sulla destra raggiungendo in breve la chiesetta di San Bernardo. A sinistra del piccolo edificio religioso inizia una mulattiera acciottolata che, con poche curve nel bosco, sale alla continuazione della pista sterrata abbandonata alla chiesetta: la si segue verso sinistra per poche decine di metri, fino ad individuare a destra la ripresa dell'antico percorso. Da qui la mulattiera - splendida nella sua integrità di tracciato e struttura - sale lungamente molto ripida nel bosco misto di latifoglie e conifere; in uscita da una abetaia si percorre una strada asfaltata per alcune centinaia di metri (trascurare le deviazioni ad un tornante) fino al parcheggio del Rifugio Corte 1259m. Da qui iniziano le indicazioni escursionistiche del Parco delle Orobie Valtellinesi. Seguendo le indicazioni si sale nel bosco lungo una scomoda traccia smossa e sassosa fino alle abitazioni sparse del maggengo Tagliate: si tratta di una serie di radure collegate da sentieri di raccordo, disposte in diagonale da est a ovest (Tagliate di Sotto 1245m, Tagliate di Mezzo 1344m e Tagliate di Sopra 1452m).
Al termine dell'ultimo bosco si esce in un'umida pianetta con fontana, baita e calec (piccola costruzione con muri a secco perimetrali e copertura di tela impermeabile, adibita a caseificio temporaneo, al seguito dei movimenti degli animali da pascolo), Barico 1541m; il sentiero, con lunga diagonale a sinistra, risale il magnifico dosso del Monte di Olano 1702m, una vastissima e panoramica distesa di pascoli che entra in falsopiano nella valletta circondata dalle prime cime del lato occidentale della Valgerola: da sinistra Cima della Rosetta 2142m, Monte Combana 2327m, Pizzo di Olano 2267m e Pizzo dei Galli 2217m. Oltrepassato un piccolo laghetto alimentato da una canalina formata da segmenti di tronco di larice scavato, presso un abbeveratoio, si scende a destra, di nuovo nel bosco, a cercare un sentierino che si inoltra fra alte erbe: si tratta di ciò che rimane di un tratto della GVO (Gran Via delle Orobie), trekking splendido e selvaggio, che unisce Delebio all'Aprica in un percorso che attraversa ad alta quota tutte le convalli orobiche; percorso ormai praticamente dimenticato nella sua interezza, per il semplice problema logistico dell'assenza di rifugi lungo il percorso. Il sentierino prosegue evidente in traverso a saliscendi fino alla radura delle abbandonate baite di Q 1703m; oltre, la traccia - anche a causa di recenti piccole frane e crolli di alberi - risulta meno visibile nella sua discesa verso le vastissime praterie dell'Alpe Tagliata 1573m: senza perdere ulteriore quota, conviene non scendere alle baite, ma mantenersi ai margini della foresta fino ad intercettare un ripido sentierino che sale alle stalle dell'Alpe Piazza 1732m.
Ancora una breve salita e si raggiunge il largo crinale che, poco oltre, ospita un laghetto e le costruzioni rimodernate dell'Alpe Piazza 1844m (un locale è adibito a bivacco di emergenza). Proseguendo lungo la comoda cresta su di una traccia erbosa intagliata fra gli ontani, si va a risalire il versante occidentale della spalla che scende a NO dal Pizzo dei Galli; alcuni traversi nel ripido pendio, assistiti da un cavo passamano, conducono a poche modeste roccette che sorreggono una croce commemorativa (libro di vetta): in realtà non si tratta della vera cima, ma di un'avancorpo ben visibile da fondovalle. Il Pizzo dei Galli 2217m si raggiunge su tracce di sentiero lungo una cresta un poco stretta ma comoda.
Per il ritorno, si prosegue lungo la cresta scendendo alla Bocchetta della Majona (nè quotata nè nominata sulle carte) e percorrendo la valletta che volge ad est: numerose tracce nel pendio ripido e franoso conducono alla baita del Pian di Sprizzi 1853m. In assenza di segnalazioni a vernice e con pochi segni di passaggio nel pascolo, si volge gradualmente a sinistra fino ad incontrare di nuovo il piccolo acquedotto di larice, qui abbastanza vicino alla sua sorgente di captazione. Non resta altro che seguire il sentierino di servizio che, oltrepassati i pascoli pianeggianti della Casera di Olano 1792m, va a raggiungere il percorso di salita nei pressi del laghetto del Monte di Olano: da qui per la via di andata.