Lagostel
Accesso
Si risale la Vallata di Peio e, dopo Peio Terme, si svolta in direzione del lago di Pian Palù (ultimo tratto con pagamento di un modesto pedaggio), fino a parcheggiare alla fine dell’asfalto, presso il rifugio Fontanino, 1675 m (fonte).
Introduzione
Giro molto appagante, soprattutto nella parte alta, decisamente alpestre e abbastanza solitario. All’inizio, invece, sul percorso si possono trovare molte persone, ma, la maggior parte, si limita, di solito, al periplo del lago artificiale.
Descrizione
Si imbocca la strada forestale fino al lago [110B], situato a circa 1800m, e, poi, si piega a destra in salita in direzione della Malga Giumella (1950m), con il segnale n. [124B]. Il casolare viene raggiunto con un paio di ampi tornanti. Qui, si tiene la sinistra [124], su una facile mulattiera che si dirige, quasi in piano nel bosco, verso Malga Paludei. La stessa, però, non viene toccata; infatti, dopo una bacheca illustrativa, si abbandona l’ampia pista e si va a destra in salita [141], con un tratto un po’ ripido e faticoso fino ad uscire dalla macchia, con vista sul Corno dei Tre Signori (3360m). In seguito, superati alcuni ruscelli si affronta, un tratto meno faticoso fino a sbucare, prima nei pressi di un laghetto effimero, e, infine, dallo specchio d’acqua denominato Lagostel, a 2454 m.
Dopo una pausa, si scende tra un bel anfiteatro di vette, camminando a fianco, sulla destra, del rio di Val Piana, sempre con il n. [141]. La zona è molto bella e quasi selvaggia, non è difficile notare qualche marmotta (Ndr anche una viperetta, che si rintana in un fessura proprio sul bordo del sentiero…). Successivamente, intorno a quota 2250m, a un bivio, si sceglie la sinistra e il n. [110] che, in breve, porta alla Malga Paludei, 2106m. Dai casolari, si continua a perdere quota, preferendo il n. [110] (il n. [124] quasi in piano riporta verso Malga Giumella). In questo modo, si rasenta il torrente Noce che poi si attraversa su un ponte, in corrispondenza della Malga Pian Palù (fonte). La pista si allarga e costeggia, con qualche ondulazione, il grande bacino artificiale (n. [110]) e, dopo aver percorso la diga, si ritrova la via del mattino, con la quale si rientra al parcheggio.