Col de Arbolle, da Pila
Accesso
Lasciata l'autostrada all'uscita di Aosta Est imboccare la strada statale e si prosegue in direzione del capoluogo. Giunti in Aosta seguire le indicazioni per Pila sino a raggiungere la località Pont-Suaz: da qui, superata la Dora Baltea, si prosegue in direzione di Charvensod. Si risale tutta la strada regionale sino ad arrivare a Pila, al primo parcheggio posto nei pressi dell'arrivo della cabinovia Aosta-Pila.
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Introduzione
Salire al Col d'Arbolle può essere una bella escursione fine a se stessa: il percorso in un ambiente naturale molto selvaggio con ottimi spunti panoramici la rende molto affascinante. Vi è però la possibilità di completare la traversata scendendo verso i laghi delle Laures: il percorso si allunga notevolmente e richiede un pernottamento al Rifugio Arbolle.
Descrizione
Lasciato il parcheggio si risale la scalinata metallica che porta all'arrvio della cabinovia e, dopo aver attraversato il praticello antistante, ci si immette su di una stradina, svoltando sulla destra. Dopo pochi metri si trascura la strada che a sinistra porta all'eremo di San Grato e poco dopo si incontra un pannello segnaletico provvisorio che indica di svoltare a sinistra in direzione dell'Alpeggio Chamolé. Si risale una stradina sterrata che in pochi minuti conduce dapprima ad un alpeggio e dopo pochi metri si conclude all'altezza di una palina segnaletica che ci indica Alpe Chamolé (1851 m, 0h10'). Il sentiero risale una striscia disboscata tra gli abeti, popolata da Sorbo (Sorbus aucuparia) ed Ontano (Alnus cordata) sino a quota 2000 m circa dove il tratto disboscato si fa più ampio e lascia spazio ad un po' di prateria. In breve si raggiunge un sentiero più ampio (2062 m, 0h30') e si svolta a sinistra risalendo un bellissimo sentiero che supera rapidamente il bosco e si porta nella bella radura dedita a pascolo sottostante l'alpeggio Chamolé. Il sentiero con un ampio semicerchio verso sinistra si avvicina dapprima ad un rudere ed infine raggiunge l'alpeggio Chamolé (2154 m, 0h50'): da qui il panorama è già esemplare, in lontananza si staglia il Monte Bianco e davanti a noi è imperdibile la vista sul gruppo del Fallère e sul Grand Combin... soprattutto ai primi albori. Sul retro dell'alpeggio si imbocca una piccola stradina, sempre seguendo il segnavia , nei pressi di una fontana. Si risale dapprima una stradina che diviene sentiero ed entra in una fascia boschiva. Dopo alcuni minuti si incontra un bivio: entrambi portano al Lago Chamolé, il 102 a sinistra lo raggiunge direttamente, il a destra invece ci conduce, risalendo un piccolo valloncello, all'arrivo della seggiovia Chamolé (2310 m, 1h20') con annesso punto di ristoro. Dalla seggiovia si percorre un sentiero ampio e quasi pianeggiante che in meno di 10 minuti ci conduce al Lago Chamolè (2325 m, 1h30'). Da qui si incomincia a risalire il crinale che conduce al Col Chamolé: il sentiero, molto frequentato, risale comodamente il crinale erboso sottostante la Tête Noire; man mano che lo si risale il panorama diventa più accattivante e la vista sul ago sottostante diviene sempre più suggestiva. Terminati gli innumerevoli tornanti si raggiunge infine il colle e si apre davanti a noi la omba dell'Arbolle con il rifugio e i due laghetti posti nei suoi pressi. La palina posta sul colle (2655 m, 2h10') indica che sulla destra diparte il sentiero per la Punta Valletta, lo trascuriamo e cominciamo la discesa di circa 150 m sino a raggiungere il pianoro che precede il rifugio. Si oltrepassa il torrentello con le acque di deflusso dei laghi di Arbolle e si raggiunge il Rifugio Arbolle (2523 m, 2h30'). Davanti un rifugio parte un sentierino che si ricongiunge poco dopo con quello sottostante che costeggia i due laghetti e incomincia a risalire l'ampio vallone di Arbolle; davanti a noi inizia a comparire la Punta Garin (3451 m) e poco a sinistra si intravede l'intaglio del colle omonimo. Il sentiero fiancheggia il torrente sino a raggiungere un ampio pianoro dove lo stesso si disperde allargandosi: da qui si inizia a risalire a mezza costa la sua sinistra orografica incontrando quasi subito il bivio per il Col Garin (, 2583 m, 2h50'). A questo punto il sentiero prende quota, si attraversa il piccolo torrente di deflusso del Lago de l'Echo e con un paio di tornanti ci si porta su un piccolo crinale spartiacque tra le conche che discendono dai colli dei Tre Capuccini e d'Arbolle. L'ambiente ormai è quello dell'alta montagna, la prateria si dirada sempre più lasciando spazio ad immense pietraie: ogni tanto vale la pena di soffermarsi per ammirare anche il bel panorama posto alle spalle, dal crinale della Punta Valletta spunta imperiosa la Grivola ed il Monte Bianco. La marcia prosegue sempre in costante salita senza, per ora, eccessiva ripidità sino a raggiungere il Lago Gelato (2970 m, 3h40'). Si risale un tratto detritico e si raggiunge il bivio per il Col d'Arbolle (3033 m, 3h50'): si prosegue ora sulla biforcazione di destra b che ci condurrà alla nostra meta. Si risale ora la sinistra orografica del piccolo valloncino sottostante il colle; ormai il terreno di marcia è composto da pietrame e, causa la sua esposizione a nord e la sua altezza, può essere ricoperto dalle prime nevi di settembre. Dopo 20 minuti si raggiunge infine il colle (3149 m, 4h10'): dal piccolo intaglio fra le rocce il panorama sui laghi delle Laures e sulla Punta Tersiva è da non perdere. Il ritorno si percorre sullo stesso itinerario dell'andata, oppure si può discendere nel Vallone delle Laures ed arrivare a Brissogne.
Galleria fotografica L'Alpe Chamolé L'alba sul Fallère Lago Chamolé Un Col Chamolé molto frequentato... Rifugio Arbolle e Punta Garin Uno sguardo sulla Grivola La Punta Tersiva L'alto Vallone delle Laures Bibliografia: L.Zavatta, I Monti di Aosta, Cogne, l'Avic e Champorcher, Rimini, 2001 Cartografia: Les sentiers du Mont Emilius 1:25000 - Comunità Montana Monte Emilius - ©2003 Hapax