Bec d'Ovaga, da Alpe Casavei
Accesso
Percorrere l'autostrada ed uscire al casello di Romagnano Sesia - Ghemme; proseguire sulla strada statale in direzione di Biella; oltrepassato Romagnano Sesia e il ponte sul Sesia, alla rotonda dopo il ponte girare a destra e seguire le indicazioni Doccio, Crevola, Parone, lungo la strada che costeggia il Sesia alla sua destra orografica, fino a raggiungere Crevola. Oltrepassare Le Piane e raggiungere l'Alpe Casavei, dove si parcheggia lungo la strada.
Introduzione
Il Bec d'Ovaga o Res è una bella vetta all'inizio della Valsesia. E' un punto panoramico eccezionale sulla Est del Monte Rosa e sulla pianura Vercellese e Novarese. La cima, con il rifugio Spanna appena sotto, si vede in alto a sinistra fin dalla strada che porta a Varallo; è una escursione a quota non molto elevata, per questo motivo ottima meta invernale quando più in alto c'è neve. Il rifugio Spanna è gestito dalla sezione di Varallo dell'Associazione Nazionale Alpini.
Descrizione
Lasciata l'auto (809m), incamminarsi lungo la pista che attraversa ripida il bosco, fino a raggiungere la sterrata, che si segue tra i faggi fino all'Alpe Campo, dove finisce (1070m, 0h50').
Si imbocca il sentiero
, che sale nel bosco, ha un tratto con bei gradini scavati nella pietra, arriva alla cappelletta dell'alpe Pastore. Poco dopo la cappelletta, per terra, un segnavia indica a destra un sentiero alternativo per la discesa, da prendere al rientro; si prosegue la salita a tornanti nel bosco, mentre sopra di noi si vede sempre meglio il rifugio; il sentiero si fa più erto, esce dal bosco, e in breve arriva sotto il muraglione del rifugio Spanna e di fronte alla cappellina (1600m, 2h00').
Dietro il rifugio (prestare attenzione in caso di neve o ghiaccio), un sentierino ripido e un po' esposto raggiunge in 10 minuti la cima del Bec d'Ovaga, a 1640 metri, con il suo panorama fantastico. Scesi di nuovo al rifugio, ripercorrere il percorso di salita fino al bivio dove avevamo notato il segnavia, prima della cappellina, e deviare a sinistra; il sentiero sale e scende, marcato di fresco, spostandosi quasi orizzontalmente per un bel tratto, poi si infila in uno splendido bosco di faggi, e si segue in discesa senza fatica camminando in più di mezzo metro di foglie leggerissime; una volta servivano anche per fare i materassi, le valligiane le raccoglievano facendo attenzione che fossero pulitissime e le vendevano per questo scopo; da bimba a casa dei nonni ho dormito anch'io su uno di questi pagliericci, nel lettino; unico inconveniente: quando mi rigiravo le foglie frusciavano e mi svegliavo... Dopo una lunga discesa nel bosco, finalmente gli alberi si diradano e si arriva ai prati dell'alpe Casavei. In mezzo ai prati, la cappella dei Poveri; attraversiamo i prati verso destra, ci portiamo sullo sterrato, e in breve torniamo all'auto (1h15').