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Alpeggi del Pian della Mussa, dal parcheggio di Pian della Mussa

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Ultimo rilievo: 18/10/2008
Difficoltà
T2
Lunghezza
0.00 Km
Quota di partenza
1864 m
Altezza di arrivo
2491 m
Dislivello positivo
800 m
Tempo di andata
02h00'
Tempo di ritorno
02h00'
Periodo consigliato

Introduzione

Il percorso dell’Alpe della Rossa è una breve ma piacevole escursione che tocca gli alpeggi posti sulla sinistra idrografica del bacino del Pian della Mussa in Val di Lanzo. Si tratta di un percorso facile, adatto praticamente a tutti, che si svolge su sentieri ben segnati e su pascoli in parte pianeggianti; il tempo di percorrenza può variare in funzione del numero di soste e di una velocità di marcia che consentano di godersi adeguatamente la fioritura alpina, la fauna ed il bel paesaggio in generale. Il versante della valle, sul quale sorgono gli alpeggi, è interamente esposto a sud e quindi molto soleggiato anche per la totale assenza di vegetazione di alto fusto, tuttavia è assicurata una buona presenza di acqua, generalmente potabile. Il tratto tra l’Alpe della Rossa ed il Lago del Ru e il Lago Mercurin è più impegnativo soprattutto per la lunghezza del percorso e per il fatto che il sentiero può risultare a tratti poco evidente nell’attraversamento di pietraie e affioramenti rocciosi. Questo tratto è fortemente sconsigliato in caso di minaccia di maltempo o di nebbia e nuvole basse.

Descrizione

Raggiunto il limite occidentale del Pian Della Mussa, si parcheggia l’automobile in prossimità del monumento dedicato ai bersaglieri, poco prima della stradina che porta al Rifugio Città di Ciriè.
Ai piedi dell’alta bastionata di rocce ad ovest, è ben visibile una caratteristica costruzione posta sotto una grande roccia: si tratta dell’Alpe Rocca Venoni, un antichissimo alpeggio di cui si hanno notizie già in epoca romana, raggiungibile in pochi minuti dal parcheggio imboccando il sentiero che conduce al Rifugio Gastaldi; dall’alpe si ritorna in direzione est verso il Rifugio Ciriè, riattraversando il torrente e salendo di qualche decina di metri verso l’Alpe Giasset, un bell’alpeggio recentemente ristrutturato, per raggiungere la spianata del rifugio.
Il Rifugio Città di Ciriè, oltre ad adeguati spazi di pernottamento, è in grado di offrire un’ottima cucina e, soprattutto in estate, un panoramicissimo spazio all’aperto dove è estremamente piacevole sostare per mangiare un boccone, bere qualche cosa o godersi il sole e l’aria fresca al cospetto delle vette della catena alpina di confine con la Francia.
A destra del rifugio, parte un sentiero segnalato che sale subito molto ripido e con alcune risvolte si porta a fiancheggiare il Rio della Ciamarella, che scende a valle impetuoso e spumeggiante formando anche una suggestiva cascata; la pendenza del sentiero si attenua e si sale con il ruscello sulla sinistra e sulla destra la mole di un grande affioramento roccioso (ben visibile già dal Piano) che nei decenni scorsi è stato luogo di ricchi ritrovamenti di una varietà molto apprezzata di granato Grossularia, di colore rosso scuro, che si può vedere esposto addirittura anche in musei al di fuori dell’Italia.
In circa 45 minuti si raggiunge l’amena conca del Pian Ciamarella, dove sorgono le costruzioni dell’Alpe della Ciamarella; si tratta di un’ampia distesa prativa quasi pianeggiante dove, durante l’estate, è possibile contare numerose vacche al pascolo, ma che offre il suo aspetto migliore prima della monticazione, tra maggio e giugno, quando alle evidenti macchie verde cupo delle numerose colonie di rabarbaro alpino, si intervallano ampi spazi con spettacolari fioriture.
Dai 2114m dell’Alpe della Ciamarella, trascurando il sentiero che prosegue verso nord in direzione del Ghicet di Sea, si attraversa il piano verso destra, in direzione est, e si risale, con un sentiero ben evidente e segnato con tacche bianche e rosse, un pendio più brullo passando a valle delle ultime propaggini rocciose che si diramano ad ovest della Punta Rossa di Sea.
Al termine della salita, raggiunta circa quota 2200m, vale la pena una sosta (specialmente se la giornata è limpida): partendo da sud, oltre il Pian della Mussa, si vedono il Monte Bessanetto e la Beccas d’Arnas, entrambi poco più bassi di 3000m, poi, verso ovest, tutte le punte della cresta di confine, Punta d’Arnas, Punta Maria, Punta Teja, Punta di Balme, Punta Rosenkrantz, e tutta la lunga e frastagliata cresta che termina con i 3600m dell’Uja Bessanese, per poi abbassarsi verso la cresta del Collerin ed il ghiacciaio di Pian Gias e risalire infine ai 3676m dell’Uja di Ciamarella ed ai 3262m della Punta Albaron di Sea che chiude la visuale a nord-ovest.
A questo punto si è su pascoli che si stendono con leggera salita verso est, la zona è molto bella: a destra il panorama sul Pian della Mussa 500m più in basso e a sinistra e di fronte le scoscese propaggini della Punta Rossa di Sea, degli Speroni di Sea e dell’Uja di Mondrone.
Si prosegue facendo un po’ di attenzione a non abbassarsi di quota ed a seguire i paletti verniciati bianchi e rossi e gli ometti che indicano la direzione giusta, in un susseguirsi di praterie alpine fiorite: genzianelle, genziane, anemoni fior di narciso, non ti scordar di me, sassifraghe, trifogli alpini, gigli bianchi, dafne e macchie di rododendri.
Come in tutti i tratti su pascolo, il sentiero è spesso meno evidente, per cui è raccomandabile fare particolare attenzione in caso di nebbia, anche se eventuali, modeste, digressioni non possono essere causa di importanti pericoli.
Seguendo le tracce segnate, in breve si giunge all’Alpe della Rossa (2229m), un unico fabbricato in pietra a due piani con di fronte una vasca per l’abbeveraggio presso la quale zampilla ottima acqua; l’alpeggio è praticamente in disuso, anche se un tempo doveva essere di discrete dimensioni come testimoniano i numerosi resti di costruzioni nei dintorni.
Per chi volesse, è possibile seguire il sentiero che si spinge ancora verso est, oltre l’alpeggio, in un paesaggio pietroso e lunare, ed in un paio d’ore arrivare fino al Lago del Ru ed al Lago Mercurin, incassato proprio sotto l’Uja di Mondrone.
Il percorso dall’Alpe della Rossa ai laghi avviene in un ambiente molto selvaggio, tra pietraie e consistenti affioramenti rocciosi che dalle propaggini della Punta Rossa di Sea scendono a formare i Torrioni del Ru, immediatamente a monte dell’abitato di Balme.
Il sentiero corre con un lungo traverso, da ovest verso est, molto panoramico, in un alternarsi di tratti pianeggianti o quasi e di tratti in modesta salita che scavalcano i diversi crinali che si incontrano; poi, poco prima del lago, dopo una superba vista sul versante ovest dell’Uja di Mondrone, il sentiero divalla leggermente in una conca pietrosa fino al Lago del Ru, per poi scavalcare un ultimo crinale dalla cui sommità è già possibile vedere il Lago Mercurin, profondamente incassato sotto l’Uja.
Ritornando al percorso iniziale, dall’Alpe della Rossa, il sentiero piega verso valle e verso ovest, passando a monte del Béc d’ Cücia, e scendendo attraverso pascoli scoscesi, in circa 20 minuti, all’Alpe Rulè: tre edifici perfettamente allineati con la facciata corta esposta a sud a guardare il sottostante Pian della Mussa.
Tutta la zona tra il Pian Ciamarella e l’Alpe della Rossa, nella primavera, costituisce un’ottima occasione per avvistamenti, anche molto ravvicinati, di gruppi di stambecchi in cerca dei primi spiazzi erbosi lasciati liberi dalla neve.
Si continua la discesa fino a raggiungere un piccolo pianoro sottostante, poi, abbandonato il sentiero, si attraversa il pianoro medesimo verso ovest fino a ridosso delle rocce e degli abeti che lo delimitano dove, con un po’ di “occhio” è possibile vedere i resti di un’antica ghiacciaia, costituita da una cavità che scende nelle profondità del terreno, dove, agli inizi del 1900 veniva conservato il ghiaccio per rifornire gli alberghi del Pian della Mussa durante la stagione calda;
dal momento che il manufatto è incassato tra le rocce e un po’ nascosto dalla vegetazione, è consigliata una certa prudenza onde evitare rovinose cadute.
Riguadagnato il sentiero originario, in breve tempo si raggiunge il Pian della Mussa nei pressi delle Grange della Mussa, un alpeggio ancora utilizzato e costituito da un agglomerato di fabbricati che offrono scorci interessanti.
Nei pressi delle Grange della Mussa, si trova il Ristorante Bricco, meta conosciuta per robuste soste gastronomiche delle quali difficilmente si ha motivo di pentimento!
Da questo punto in poi è sufficiente piegare a destra e seguire la strada per riportarsi al parcheggio di partenza.

 

Galleria fotografica

© 2021 - Marco Andreis
© 2008 - Marco Andreis
© 2008 - Marco Andreis
© 2008 - Marco Andreis
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