Becca di Pré d'Ament - Il Sigaro

Ritratto di giancarloberetta
giancarloberetta
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Data rilievo: 
25/01/2012
Quota di partenza: 
1 774 m
Quota di arrivo: 
2 793 m
Dislivello: 
1 007 m
Lunghezza*: 
13.47 km
Tempo di salita o complessivo*: 
3h00'

Questa salita è gettonatissima dagli escursionisti invernali per gli incantevoli pendii superiori su cui si sviluppa e per il bellissimo panorama che si gode sul gruppo del Rutor; infatti, superato il primo tratto degli alpeggi, ci si apre davanti un ampio e splendido vallone contornato da belle cime che racchiudono innumerevoli dossi immacolati mai eccessivamente ripidi. Gli eventuali pericoli si trovano nel percorrere la stradina che costeggia dall’alto il lago di Beauregard; in questo tratto la presenza di coni di valanghe possono rendere problematico il loro attraversamento per la forte esposizione sui corti pendii ripidi. Per il resto l’escursione si svolge in un ambiente che trasmette rilassatezza e senso di pace.

Descrizione

Dalla diga si imbocca la stradina che in piano costeggia a mezzacosta il sottostante lago di Beauregard superando alcune piccole slavine che, a volte, creano coni nevosi da superare con traversi brevi ma esposti. Dopo qualche minuto si arriva ad una piccola galleria che si attraversa e, subito dopo, si svolta decisamente a destra per rimontare il breve pendio che la sovrasta arrivando ad una stradina (questa si raggiunge anche proseguendo diritti dopo la galleria e al primo bivio si devia a sinistra); si percorrono alcuni tornanti e, superato un bivio, si raggiungono le vicine baite ben visibili al di sopra sulla destra. Rimontato dunque il breve pendio si lasciano alla sinistra le baite di Rocher (1896 m) e si risale il ripido pendio alle spalle di esse per poi tenere la destra e, con una salita diagonale, raggiungere le panoramiche baite di Prariond (2045 m). Continuando ancora la salita nella stessa direzione si arriva in vista di una chiesetta che non si raggiunge ma, piegando a sinistra, si arriva alle baite di Bois (2140 m). Qui si rimonta il pendio soprastante spostandosi gradatamente verso sinistra sino a raggiungere l’alpeggio di Catin (2309 m); a questo punto il vallone si apre in tutta la sua vastità e, con la pendenza che ora diminuisce sensibilmente, ci si inoltra in esso dirigendosi verso i numerosi dossi della sua parte alta. Questi si raggiungono dopo un tratto in leggera pendenza e si superano sia direttamente che passando nei punti di minor pendenza avvicinandosi sempre più alla ormai ben visibile sagoma del “sigaro”. Ancora un paio di dossi da superare e, piegando leggermente a destra, si arriva al colletto appena sotto la guglia.