Punta di Leppe

Ritratto di giancarloberetta
giancarloberetta
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Quota di partenza: 
1 770 m
Quota di arrivo: 
3 306 m
Dislivello: 
1 536 m
Tempo di salita o complessivo*: 
5h00'
Tempo di discesa: 
3h00'

Introduzione

Escursione lunga e faticosa ad una ima che offre un panorama eccezionale sui numerosi laghi che la circondano e su tutte le cime dalla Valle d’Aosta. Il tratto sino al [[Lago Corona]] è su sentiero ben battuto con pendenze nella norma ma, oltre, il sentiero scompare e bisogna seguire i pochi ometti di pietra che indicano un percorso molto ripido dapprima su costoni erbosi che poi lasciano posto a mobili sfasciumi e fini detriti, dove l’aggettivo “faticoso” non è mai fuori luogo per ogni passo compiuto verso la vetta.

Descrizione

Dal parcheggio non si entra nel villaggio ma si passa a destra su strada asfaltata e dopo pochi metri si trovano le paline di partenza dell’itinerario accanto ad un grande pannello con i sentieri del comprensorio. Si risalgono brevemente i pascoli sopra le paline e si raggiunge una strada sterrata che si segue per qualche decina di metri e poi, circa all’altezza di una chiesetta posta un po’ più in basso, la si abbandona per prendere il sentiero che si stacca verso destra e si dirige in un bosco. Il percorso, inizialmente pianeggiante, passa davanti ad una cappelletta votiva e successivamente raggiunge il bivio per Tchezeu (1918m) dove si prosegue diritto a mezza costa sopra ad una zona di detriti e massi franosi. Poco dopo si scende di pochi metri e si arriva ad un ponte che si attraversa per riprendere a salire, lasciando a destra il sentiero di un altro bivio, tra i verdi pascoli del vallone che si percorre in lieve pendenza sino al suo fondo verso un’alta bastionata rocciosa. Qui, con qualche tornante che passa sopra alla baita di Pila (2021m), la si rimonta e si aggira il promontorio passando in un tratto boschivo che passa di fianco ad un pianoro dove si trova la baita di Crouzet (2244m). Risaliti sopra la bastionata che sovrasta la baita si trova una croce lignea e la palina del bivio per il [[Lago Money]] posti all’inizio del bel pianoro dove è situato l’alpeggio di Grauson desot (2275m); si passa alla destra delle case, senza attraversare il ponticello, e si raggiunge un ponte, che ora si deve oltrepassare, per poi risalire a sinistra del torrente e raggiungere poco sopra il bivio per il Pas des Invergneux, il cui sentiero si lascia a destra, per imboccare a sinistra quello per Grauson dessus. Dopo alcuni larghi tornanti si raggiunge l’alpeggio e, seguendo ancora le indicazioni di una palina, si svolta a destra col sentiero che, dopo aver contornato un piccolo promontorio erboso, si insinua in un valloncello e, superata una pozza d’acqua, si compie ancora un tornante ed alla fine del breve traverso si giunge al bel Lago Corona (2702m) da cui sulla sinistra si vede l’imponente mole della nostra meta. Si contorna il lago indifferentemente a destra o a sinistra fino ad un sasso con una freccia gialla, dove il sentiero inizia a scendere; da questo punto non vi sarà più il sentiero e bisognerà salire a vista seguendo però alcuni provvidenziali ometti di pietra. Dal sasso si deve individuare un ometto di pietre posto in alto sul costone che scende a sinistra di un promontorio roccioso e, senza percorso obbligato, lo si raggiunge faticosamente salendo il ripido pendio erboso. Si cammina sulla dorsale puntando all’evidente colletto di sfasciumi a destra della cima per poi attraversare una zona di massi erratici dove la pendenza si affievolisce un po’ giungendo così alla base del ripido pendio di sfasciumi, dove si può individuare un altro ometto di pietre. La salita si compie su una labile traccia che sale praticamente senza tornanti ed è veramente faticosa sia per la pendenza sia per i fini detriti mobili che rendono la progressione molto difficoltosa (un passo avanti e mezzo indietro). Raggiunto il panoramico Col Vallonet (3062m) si devia decisamente a sinistra e si deve risalire il lungo (250m di dislivello) e ripido crestone che scende dalla vetta. All’inizio si trova una parvenza di traccia che scompare poco prima del primo dei tre dentini rocciosi che si trovano su di esso e, superatolo sulla destra su mobile pietrisco, si prosegue, anche qui molto faticosamente, sino a raggiungere gli altri due che anch’essi si passano a destra sino ad un progressivo diminuire della pendenza che fa finalmente presagire al raggiungimento della vetta. Questa è larga e spaziosa, con la presenza di alcuni piccoli spuntoni rocciosi, e vi si trova un ometto di pietre da cui il panorama, veramente eccezionale a 360° su tutta la Valle d’Aosta, ripaga ampiamente della fatica: a Nord, oltre al vicino Emilius con i Laghi delle Laures, ci consente di vedere il Bianco ed il Combin e proseguendo verso destra si vede tutta la magnifica catena dal Cervino al Rosa; sempre verso destra, Sud, dopo aver passato le cime del Parco del Mont Avic si ha di fronte la vicina ed imponente Tersiva e, più a destra ancora, verso Ovest tutto il gruppo del Gran Paradiso e della Grivola; e poi, oltre ai sottostanti Laghi di Lussert, via via altre cime e colli delle altre vallate.

Autore

  • Consulta tutte le relazioni di escursionismo di Giancarlo Beretta
  • Consulta la pagina di [[Giancarlo Beretta]]

Cartografia

  • Valle di Cogne, Carta dei Sentieri 1:25000 (10), L'Escursionista Editore, 2007