Pizzo Tracciora

Ritratto di sentierando
sentierando
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Quota di partenza: 
810 m
Quota di arrivo: 
1 910 m
Dislivello: 
1 100 m
Tempo di salita o complessivo*: 
3h15'
Tempo di discesa: 
2h15'

Introduzione

Descrizione

Messi gli scarponi ai piedi, saliamo alla piazza del municipio dove incontriamo un cartello storico con le indicazioni dei sentieri della zona e subito dopo un pannello sui Partigiani e da dove sulla destra parte l’itinerario per Pizzo Tracciora.
Da qui si sale quindi per la via selciata, con comodi tornanti rapidamente si prende quota fino a due bivi in rapida successione. Si ignora il primo girando a destra al secondo seguendo l’indicazione per la cappella della Madonna del Purgatorio.
Si passa ora sotto i prati e i pascoli di Rainero, dove transiteremo al ritorno, e della frazione Piana dove sorge un bel nucleo di baite con una meridiana e il suggestivo oratorio di San Giovanni poco distante. Tra le due case in mezzo al paese troviamo il cartello che indica il Pizzo Tracciora meta della nostra salita e cima più alta della zona, da dove si gode un vasto panorama.
Facendo attenzione alla traccia a volte non chiara, si continua a salire con pendenza costante superando delle baite abbandonate fino a incontrare i pascoli di Selletto. Si risalgono i campi andando prima tutto a destra e quindi diritti in salita fino ad un’altra cappelletta, testimonianza di come fosse viva la fede cristiana in questi luoghi non lontani da dove nacque e predico Fra’ Dolcino.
Dietro la cappelletta troveremo delle indicazioni piuttosto confuse! Tralasciando il sentiero di sinistra che prenderemo al ritorno volgiamo il passo verso destra in salita. Siamo qui in una zona che alterna boschi di faggio, querce, castagni e pascoli con sulla sinistra diverse baite ammodernate che formano l’alpe Campello.
Arrivati ad un ultimo bivio andiamo sempre diritti fino al margine del bosco, sbuchiamo quindi nei pascoli più alti da dove si intuisce la cima del Tracciora. Lasciato l’ultimo faggio ci dirigiamo verso l’alpeggio e poi in salita decisa, per un sentiero non più curato, verso l’ultima baita visibile. Da qui senza percorso obbligato si sale leggermente a sinistra fino ad incrociare la via che proviene da Cervatto e quindi si raggiunge in breve la croce di vetta. Il panorama è a 360° spaziando dalla pianura fino alle cime del Rosa.
Dal pizzo Tracciora è possibile scendere all’alpe Oro e ricollegarsi al primo itinerario, è un tratto per chi cerca l’avventura perché sostanzialmente privo di segnaletica e tracce, che si sviluppa dapprima lungo la cresta opposta alla direzione di arrivo, ovvero dirigendosi verso nord-ovest, e quindi scende nel vallone che conduce all’Alpe Oro dopo aver toccato l’Alpe delle Balme.
La nostra strada del ritorno invece segue quella dell’andata fino alla cappelletta già menzionata. Qui proseguiamo diritti per poche decine di metri fino a prestare attenzione a un segnavia non evidente su un albero che ci fa girare a sinistra. Siamo nella splendida faggeta che sovrasta Rainero, seguendo con attenzione i bolli sui tronchi, in mancanza di un sentiero vero e proprio, ci addentriamo in discesa nel bosco andando sempre leggermente a sinistra. Dopo poche decine di minuti arriveremo ad incontrare la traccia che scende dalla Madonna del Sasso e quindi in poco tempo saremo a Rainero dalla signora Ebe pronti per gustare, affamati e contenti, i suoi mille manicaretti.
Per tornare a Rossa si prende la mulattiera che parte in discesa, passando davanti ad una fontana, dalla parte opposta del paese rispetto all’agriturismo.

Cartografia

  • Monte Rosa Alagna e Macugnaga, Carta dei sentieri e dei rifugi, foglio 10, scala 1:50.000, Istituto Geografico Centrale, Torino