Pizzo Mellasc

Ritratto di Cai56
Cai56
0 votes
+
Vote up!
-
Vote down!
Data rilievo: 
2/10/2011
Quota di partenza: 
1 470 m
Quota di arrivo: 
2 465 m
Dislivello: 
995 m
Tempo di salita o complessivo*: 
3h00'
Tempo di discesa: 
2h30'

INTRODUZIONE
Bel percorso ad anello passante per una vetta piuttosto esclusa - a torto - dall'interesse escursionistico (e, al contrario meta scialpinistica molto ambita per la nostra via di discesa). Ci si trova sui pascoli in assoluto più rinomati per la produzione del fornaggio Bitto: ovunque bovini di razza bruna, pecore e capre Orobiche. Panorami di ampio respiro sulle Orobie (Valli di Albaredo e di Gerola, gruppi di Ponteranica e dei Tre Signori - spesso cartografati con imprecisioni di rilievo e fantasie toponomastiche); panorami peraltro piuttosto manomessi dall'esteso sfruttamento idroelettrico di ogni convalle. In zona sono visibili tre rifugi: Casera di Trona Soliva, F.A.L.C. e Santa Rita; in fondo alla Val Varrone (LC) si scorgono un angolo del Lago di Como e il grosso agglomerato di Premana (industrie di coltelleria e attrezzature alpinistiche).

DESCRIZIONE
Da Laveggiolo 1470m si segue per un breve tratto la pista forestale chiusa al traffico non autorizzato fino alle indicazioni della GVO (Gran Via delle Orobie) che indirizzano a sinistra sulla vecchia mulattiera per le alpi di Trona. Il percorso - perlopiù pianeggiante - raggiunge il fondovalle in corrispondenza di un ponte: sull'altro versante pochi ripidi tornanti portano nuovamente sulla pista carrozzabile (che aveva fatto un giro più lungo e irregolare a saliscendi); la si segue per un buon tratto, fino a riprendere la mulattiera. Una larga cengia protetta a valle da corrimano per la sicurezza del passaggio del bestiame si addentra nei ripiani superiori della Valle della Pietra fino ad incontrare per la terza e ultima volta la pista forestale, ormai in vicinanza del Rifugio Trona Soliva 1907m. Non lo si raggiunge, ma si devia in corrispondenza del torrente che lo precede di poche decine di metri: da qui - senza alcuna segnalazione - si sale a vista verso la cima ora ben individuabile. In salita fra bellissimi pascoli, su di una riva o sull'altra del torrente, incontrando un paio di baite isolate, si deve tendere a raggiungere una cascata ("Sprisul" 2080m): da qui - sulla verticale della vetta - il terreno si fa particolarmente ripido nel risalire una sorta di largo corridoio erboso fra discontinue strutture rocciose. Badando a non innescare cadute di sassi dalle tracce smosse dal passaggio delle capre, si raggiunge il sottile spartiacque 2400m circa. Ci troviamo al confine con la Val Varrone lecchese e il panorama già spazia dal Pizzo dei Tre Signori a tutte le Grigne. Ancora poche decine di metri di quota sul crinale erboso e ci si ritrova sulla estesa cima del Pizzo Mellasc 2465m.
Per la discesa, ci si porta sul versante settentrionale tramite un canalino sassoso; si percorre il terrazzo di pietrame sino ad un laghetto di minime dimensioni: qui compaiono radi segni a vernice rossa (radi, ma essenziali per non perdere tempo nel cercare la via). La discesa tendenzialmente percorre una serie di terrazzamenti ognuno collegato col successivo tramite canali posti sempre sulla destra in direzione di marcia. In ultimo si raggiunge il fondovalle presso l'Alpe Colombana (IGM Alpe Vedrano: errato!) che non si raggiunge, ma della quale si sfrutta la mulattiera di accesso. Dopo un guado e alcuni traversi collegati da tornanti si torna a raggiungere la pista forestale che parte da Laveggiolo: la si segue verso sinistra e in breve si raggiunge il villaggio di partenza.