Pizzo Castello

Ritratto di giancarloberetta
giancarloberetta
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Quota di partenza: 
553 m
Quota di arrivo: 
1 622 m
Dislivello: 
1 069 m
Tempo di salita o complessivo*: 
2h30'
Tempo di discesa: 
1h30'

Introduzione

Escursione adatta ai periodi di attesa del disgelo alle quote più alte. La lunga cresta che scende dalla sua cima divide nella parte più bassa la Valle Anzasca con l’ampia vallata centrale dell’Ossola. Punto veramente panoramico per la valle Anzasca e le vicine prealpi ossolane.

Descrizione

Dal parcheggio si sale alla sua destra, palina segnaletica, per qualche decina di metri su una stretta stradina asfaltata che termina nei pressi di una presa d’acqua dove inizia, ben indicato, il sentiero. Salendo per un fitto bosco di castagni e betulle si incontra un primo bivio con due indicazioni che indirizzano all’alpe Propiano: conviene seguire quella di sinistra che è più battuta e segnata; dopo pochi minuti si passa davanti ad una cappelletta ben ristrutturata e successivamente tra alcune baite un po’ diroccate per giungere, dopo circa 30 min. di cammino, all’alpe Sarciera. Si passa tra le poche case e si riprende il sentiero sempre ben segnalato dai segnavia bianco-rossi che sale nel bosco e si arriva quindi all’alpe Ceresole: un bell’alpeggio posto su un promontorio molto panoramico. Proseguendo sul sentiero, che ora si fa un po’ più ripido, si giunge in prossimità dell’arrivo di una teleferica da cui si vede proprio in fondo di fronte a noi la cima da raggiungere; dalla teleferica, scendendo di poco, si percorre l’ampia insellatura su cui sembra adagiata l'alpe Propriano inferiore e poco oltre quella superiore; in corrispondenza di quest’ultima si trova una palina che ci indica di proseguire sulla sinistra per contornare, salendo a mezzacosta, la tozza cima boschiva che la sovrasta (Testa del Frate) ed arrivare così alla successiva alpe La Piana. Si continua a destra di questa e si passa, dopo una ventina di minuti, tra le due baite che formano l’alpe Castello per risalire faticosamente, con tratti ripidi ma mai pericolosi, la parte finale della dorsale che scende direttamente dalla cima e che attraversa un bel bosco di faggi all’interno del quale si trova un bivio con una palina con l’evidente segnalazione di deviare un po’ a sinistra; all’uscita del bosco si vede la croce di vetta che si raggiunge in breve superando un piccolo colletto e, senza difficoltà, alcune rocce adagiate sugli ultimi metri del crinale.

Autore

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Cartografia

  • Domodossola e Val Formazza, Foglio 11, scala 1:50.000, Istituto Geografico Centrale