Monte Spondascia

Ritratto di Cai56
Cai56
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Data rilievo: 
26/02/2012
Quota di partenza: 
1 950 m
Quota di arrivo: 
2 867 m
Dislivello: 
917 m
Tempo di salita o complessivo*: 
2h30'
Tempo di discesa: 
1h30'

INTRODUZIONE
Gita poco conosciuta in ambito invernale principalmente per due motivi: necessità di stabilità assoluta della neve e difficoltà di orientarsi nella ricerca del percorso. [L'escursione estiva trova molta facilitazione nel gran numero di ometti e nei segnali a vernice sul terreno]. Il percorso tecnicamente interessante per le accentuate pendenze e il grandioso panorama lungo tutto il tragitto (Pizzo Scalino e gruppo del Bernina) sono i punti di interesse di questa escursione. Volendo raggiungere - dal normale termine della gita alla bocchetta fra cima e anticima - la vetta rocciosa, è consigliabile l'uso di piccozza e ramponi per percorrere il tratto che in condizioni estive è assistito da catene di progressione. Fare attenzione alle eventuali cornici.

DESCRIZIONE
Dal parcheggio si sale in pochi minuti al sovrastante e visibile Rifugio Zoia; si prosegue poi lungo un vasto crinale fra i mughi per dirigersi verso notevoli strutture rocciose (Palestra dello Zoia, difficoltà medio-alta) che si sottopassano con qualche blando saliscendi. Poco oltre l'incrocio con una condotta aerea dell'acqua (fin qui pista battuta per i numerosissimi passaggi verso l'Alpe di Campagneda e il Rifugio Cà Runcasc), presso una palina, si svolta a sinistra e si comincia a salire lungo una vaga valletta radamente alberata. Si prosegue al meglio, individuando i pochi segnali visibili sui grossi massi e i rami dei larici tagliati per agevolare il passaggio estivo, fino nei pressi della Q 2372m della cresta sudovest della montagna. Se ne segue il largo crinale (possibilità di neve scarsa o di scarsa qualità per l'attività eolica) finchè diventa eccessivamente roccioso: da qui si va a percorrere sulla destra una sorta di ampia cengia inclinata che conduce all'imbocco di un largo canalone. Alla sua sommità un bel ripiano (laghetti estivi) introduce al passaggio chiave della salita (utile togliere le racchette specialmente in discesa): un pendio ripidissimo con rocce affioranti permette di guadagnare un centinaio di metri di dislivello fino ad un nuovo ripiano (altro laghetto estivo). Da qui risulta evidente il proseguimento della gita: un ampio canalone piuttosto ripido e delicato nell'ultimo terzo - lastroni - termina alla bocchetta compresa fra il Monte Spondascia e la sua staccata anticima. Fare attenzione alle possibili cornici sporgenti sul canale nord verso la Val Poschiavina. Da valutare bene le condizioni del terreno per una eventuale salita alla vetta dello Spondascia: si susseguono un breve canale-camino, una placca liscia, un tratto di cresta con cornici verso nord, una cengia innevata e finalmente il piano sommitale di blocchi accatastati.
Discesa per la via di andata.