Monte Pizzoccolo

Ritratto di ivano_ruffoni
ivano_ruffoni
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Quota di partenza: 
816 m
Quota di arrivo: 
1 581 m
Dislivello: 
765 m
Tempo di salita o complessivo*: 
2h15'
Tempo di discesa: 
2h00'

Introduzione

Il Monte Pizzocolo, assieme alla catena del Monte Baldo sulla sponda veronese, è sicuramente la montagna che più caratterizza l'entroterra del lago di Garda.
Lo stesso Giosuè Carducci nelle "Odi Barbare" scriveva, riferendosi alla catena del Monte Baldo e del Monte Gu, in passato nome utilizzato nel veronese per indicare il Monte Pizzocolo (probabilmente come accorciativo dell'aggettivo francese "aigu" che significa acuto) : ... 11 Baldo, paterno monte, protegge la bella da l'alto 12 co 'l sopracciglio torbido: 13 il Gu sembra un titano per lei caduto in battaglia, 14 supino e minaccevole. ... (Odi Barbare - Sirmione, libro 1, capitolo 15)
Il nome "pizzocolo" (nel dialetto locale "pishocòl") probabilmente deriva da "pizzo" e "zoccolo" forse per la sua forma a zoccolo (anche se in alcune località gardesane del veronese si dice che assomigli al profilo di Napoleone) oppure da "pinzocol" che in Val di Ledro e Alto Garda indica "roccia sporgente".
Il panorama dal Monte Pizzocolo è, malgrado la modesta quota, semplicemente incredibile: si passa dal gruppo dell'Adamello, al Monte Rosa, agli Appennini, al basso e medio lago di Garda, alla catena del Monte Baldo, a Montegargnano, al lago di Valvestino, etc. Qualcuno, addirittura, sostiene che, in particolari condizioni climatiche e di nitidezza dell'aria, è osservabile la laguna di Venezia.
Nei pressi della cima sono anche presenti alcuni ruderi militari della Prima Guerra Mondiale 1915-18, malgrado questa zona non sia stata direttamente teatro di battaglia.
L'itinerario proposto parte da "il Palazzo di Archesane", antico edificio, probabilmente della prima meta' del '600, e residenza di caccia dei conti Delay, nel passato una delle famiglie piu' importanti della Riviera e dinastia famosa anche per aver fornito alla Repubblica Serenissima di Venezia le tremila bombarde destinate alla vittoriosa battaglia di Lepanto.
La salita dalla Valle di Archesane si svolge su strada sterrata, in un fitto bosco, alle pendici nord occidentali del Monte Pizzocolo, fino al Passo di Spino, in prossimità dell' Osservatorio Ornitologico Regionale "Antonio Duse" e del Rifugio Giorgio Pirlo allo Spino. Si procede su un altro tratto nel bosco fino al "Passo delle Merle" da cui si apre un magnifico panorama sul sottostante lago di Garda. La parte finale della salita è su bei pendii erbosi.

Descrizione

Dal parcheggio in prossimità de "il Palazzo di Archesane" (816m) si prende la larga sterrata [2], nel primo tratto coincidente con il "Sentiero Forestale Valle di Archesane", che sale fra i pascoli. Durante la salita, fino al bivio del "Doss de Montagnù", si incontrano alcuni tabelloni informativi sulla classificazione e la vita delle specie arboree principali della zona. Si entra quindi nel bosco che, date le particolari condizioni climatiche e le potenzialità del suolo della Valle di Archesane, ha una struttura particolarmente complessa e con alberi di buona statura. Si sale, abbastanza ripidamente, camminando fra alti alberi segnalati, spesso, dalle corrispondenti tabelle informative, ovvero: Faggio (Fagus sylvatica L., nel dialetto locale ), Acero Montano (Acer pseudoplatanus L., nel dialetto locale "Acer dé mut"), Olmo Montano (Ulmus glabra Huds., nel dialetto locale "Ulem"), Frassino Maggiore (Fraxinus excelsior L., nel dialetto locale "Fràsen") e Carpino Nero (Ostrya Carpinifolia Scop., nel dialetto locale "Carpen").
Risalendo nel fitto del bosco si lascia a destra, al "Doss de Montagnù" (1080m), il segnavia per il "Sentiero Forestale Valle di Archesane" che, dopo un ampio cerchio, ridiscende poco prima de "il Palazzo di Archesane". Ancora qualche minuto di cammino e si giunge al Passo di Spino (1160m, 0h50'), proprio in prossimità dell'osservatorio ornitologico, con il Rifugio Pirlo già bene in vista e, sullo sfondo, il Monte Spino, Marmera e il Monte Forametto.
Si devia ora a sinistra, segnavia [5], lasciando a destra la sterrata per il Rifugio Giorgio Pirlo allo Spino, e si rientra nel bosco percorrendo le svolte di una stradina di guerra (detta "delle Merle"). La traccia si alza lungo il fianco Nord della cresta "delle Prade" e sbuca al Passo delle Merle (1352m, 1h20'), localmente indicato come "Località le Merle - Dos delle Prade". Dal passo il panorama sul basso lago di Garda è stupendo.
Lasciata a destra la mulattiera, segnavia [23], per Pirello e Sant'Urbano si procede, in piano, a sinistra fra splendide macchie di lamponi. Si passa accanto a qualche rudere della Prima Guerra Mondiale 1915-18 e, dopo poco, si può prendere un ripido sentierino, sulla sinistra, che taglia un paio di tornanti della mulattiera principale. Il percorso ora aggira i Ciprelli, due cocuzzoli erbosi che costituiscono la parte più elevata del Dosso delle Prade, lungo un tratto di mulattiera noto come "la Stangàa" (forse derivato dalla voce germanica "stanga" per indicare uno steccato di protezione) e poi si abbassa fino allo "Sguàs de cimènto", una modesta pozza d'acqua cintata su un lato da un muretto. Nei pressi si trova una casamatta o riservetta della Prima Guerra Mondiale 1915-18 ad uso del Regio Esercito Italiano.
La sterrata ora risale fino allo "Sguàs dele pìle" (1440m), in prossimità del quale arriva anche il sentiero, segnavia Segnavia n° 11 - Segnavia n° 6, la "Via di Valle", proveniente da Malga Valle. Poco più in alto, a sinistra, sono ben visibili aree di "campi solcati", macroforme di carsismo epigeo legate all'azione dissolutiva dell'acqua.
La mulattiera, ora un poco sconnessa, passa accanto ad un anfratto roccioso dove è collocata la Madonna del Pizzocolo, sfiora una seconda zona di "campi solcati", e conduce, ormai in prossimità della vetta, al Bivacco Due Aceri, costruito sui resti di precedenti resti militari. Qualche metro più in alto si trova la Chiesetta ai Caduti di tutte le guerre e della montagna, anch'essa costruita su vecchi ruderi militari. Ancora qualche metro e si raggiunge la cima del Monte Pizzocolo dove è posta una croce. Di lato è stato posto un punto di osservazione con alcuni spezzoni di tubo puntati sulle principali vette osservabili.
Il panorama dal Monte Pizzocolo è, malgrado la modesta quota, semplicemente incredibile: si passa dal gruppo dell'Adamello, al Monte Rosa, agli Appennini, al basso e medio lago di Garda, alla catena del Monte Baldo, a Montegargnano, al lago di Valvestino, etc. Qualcuno, addirittura, sostiene che, in particolari condizioni climatiche e di nitidezza dell' aria, è osservabile la laguna di Venezia.
Il rientro si svolge lungo il medesimo itinerario percorso durante la salita. Si ritorna al Passo delle Merle (1352m, 0h50'), si scende a destra al Passo di Spino (1160m, 1h10') e, di nuovo a destra, nel bosco della Valle di Archesane fino a "il Palazzo di Archesane" (816m, 1h50').

Bibliografia

  • Fausto Camerini, Prealpi Bresciane, Guida dei monti d'Italia, Club Alpino Italiano, Touring Club Italiano, 2004
  • Renato Floreancigh, Itinerari di casa nostra, Edizioni Bresciaoggi, 1986
  • A piedi in Lombardia, Volume 2, Collana "A piedi in Italia" diretta da Stefano Ardito in collaborazione con la "LEGA PER L' AMBIENTE LOMBARDA" Edizioni ITER, 1988

Cartografia

  • Lago di Garda - Monte Baldo N. 102 - Kompass 1:50000
  • Istituto Geografico Militare 1: 25000 - Foglio N° 35 Quadrante: III ORIENTAMENTO: S.E. Gargnano