Mont Fortin, versante meridionale

Ritratto di maria grazia s
maria grazia s
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Difficoltà: 
T1
Quota di partenza: 
1 869 m
Quota di arrivo: 
2 758 m
Dislivello: 
889 m
Tempo di salita o complessivo*: 
3h30'
Tempo di discesa: 
3h30'

 

Introduzione

Il Mont Fortin è un belvedere eccezionale sul gruppo del Monte Bianco, e in particolare sulle vette che sovrastano la Val Veny; il percorso qui indicato è molto lungo, ma non ripido, e permette di ammirare la spettacolare fioritura primaverile della [[Campanula tirsoide]], e di costeggiare tanti piccoli laghetti di fusione che offrono scorci suggestivi. Al ritorno attraversiamo fino al [[Col des Chavannes]] e di qui si completa il giro parzialmente circolare.

Descrizione

Dall'alpeggio di Porassey (1869 m), la strada prosegue sterrata ma non transitabile ai non autorizzati, e si inoltra nel vallone di Chavannes, con segnavia (11) e Alta Via 2. L'abbiamo percorsa in primavera inoltrata, ed era tutto un tripudio di fiori; quasi subito, contro il muretto, una bell'esemplare di campanula tirsoides, che in Valle d'Aosta si trova solo qui, e più in alto sarà molto presente. La strada sale con pendenza moderata, più adatta alla MTB che ad una escursione a piedi; dietro di noi il Rutor e i suoi ghiacciai, davanti, l'Aiguille de Trélatête, a destra i pascoli sotto il Berio Blanc, a sinistra il Monte Ouille.

Si oltrepassa l'Alpe Berrio Blanc dèsot (2128m) e si raggiunge un bivio dove si svolta a destra, perché percorreremo al ritorno la strada di sinistra, che proviene dall'Alpe di Chavannes du Fond e di Meiten. Proseguiamo sulla strada, mentre tra i prati spuntano le bianche spighe della campanula, e raggiungiamo l' Alpe di Chavannes damon (2421m), imboccando a sinistra il sentiero con segnavia (11A) che attraverso conche costellate di una miriade di laghetti, sale sempre dolcemente, lungo il filo di cresta, verso il Mont Fortin (2758m, 3h30').

Il panorama dalla vetta del Mont Fortin ripaga della lunga camminata: davanti a noi il gruppo del Monte Bianco al completo, in basso, la piccola pozza turchese del laghetto del Miage, la val Veny e in fondo, la val Ferret, i rifugi, Elisabetta e Monzino, il Bivacco Rainetto e la Cabane de la Noire, solo per citarne alcuni.

Dopo una lunga sosta contemplativa (per questa escursione è meglio prenotare una giornata con sole a palla o quasi...), si torna sui propri passi, con la Lechaud di fronte, e si percorre a ritroso una parte del sentiero, per poi mantenersi a destra alle deviazioni, seguendo l'indicazione per il col Chavannes; da un certo punto in poi il sentiero diviene ampio, qui c'erano antiche fortificazioni delle quali rimangono i resti, Anche il Col des Chavannes (2603m, 4h30'), offre ampie vedute sul Monte Bianco e anche sul Col de la Seigne e sulle Pyramides Calcaires, proprio di fronte a noi, dove divalla veloce il sentiero che conduce in val Veny verso la piana di Combal. Noi ci limitiamo a goderci lo spettacolo e poi torniamo ritorniamo nella valle di La Thuile, questa volta lungo il sentiero che conduce all'alpe Chavannes de Fond puntando all'interpoderale che ci riporterà all'auto. Lo Zavatta dice di aver visto ermellini sotto il colle; quando abbiam fatto il giro noi, c'era parecchia gente in giro, per cui non siamo state così fortunate, ma durante tutto il percorso di rientro lungo la strada poderale siamo state accompagnate dai fischi di decine di marmotte, alcune delle quali si son fatte avvicinare parecchio (2h30', 7h00' in totale).

Bibliografia

Cartografia