Castore

Ritratto di giancarloberetta
giancarloberetta
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Quota di partenza: 
2 724 m
Quota di arrivo: 
4 221 m
Dislivello: 
1 497 m
Tempo di salita o complessivo*: 
5h30'
Tempo di discesa: 
4h00'

Introduzione

L’ascensione al Castore è una classica dell’alpinismo e di conseguenza molto frequentata: senza particolari difficoltà tecniche ci consente però di prendere confidenza con la progressione su percorsi aerei per creste eleganti e sinuose sulle quali bisogna prestare la dovuta attenzione. La traccia, quasi sempre presente, segue proprio sul filo i saliscendi dei dossi consentendoci di godere di panorami mozzafiato: proprio sul proseguimento della cresta dalla vetta si trovano concatenati il Polluce, la Roccia Nera e la lunga cresta che culmina con i Breithorn con, poco più a nord, l’inconfondibile piramide del Cervino per poi spaziare a perdita d’occhio sugli altri numerosi 4000 svizzeri ed italiani e sulle sottostanti vallate di Gressoney e di Ayas.

Descrizione

Primo giorno
Dall’arrivo della seggiovia si imbocca la visibile traccia che si dirige verso destra passando poco sopra a due laghetti. Il sentiero di detriti e rocce rotte attraversa il pendio orientale della Punta Bettolina e prosegue costeggiando la sua cresta rocciosa arrivando al passo inferiore di Bettolina (2096 m); da qui, sempre su rocce rotte, si sale sulla cresta e si percorre un semicerchio verso destra superando dapprima una puntina per giungere al passo superiore di Bettolina (3058 m) dove il tracciato si interseca con quello proveniente dalla val d’Ayas. Si passa accanto ad una costruzione in pietra aggirando una zona in cui si trovano alcuni nevai per poi riprendere il filo di cresta che da qui in poi è attrezzato con corde fisse. Ora si procede sul filo di cresta scavalcando facilmente, con alcuni saliscendi, alcune punte rocciose, si supera un intaglio sopra di un ponticello e, dopo un ultimo risalto roccioso si giunge in prossimità del [[Rifugio Quintino Sella]].

Secondo giorno
Si cammina verso nord sul poco inclinato ghiacciaio di Felik passando sotto alla Punta Perazzi e successivamente deviando leggermente verso destra per risalire un breve ma abbastanza ripido pendio il cui culmine si raggiunge dopo aver superato, di solito senza problemi, la crepaccia terminale. Salendo obliquamente verso destra sino a dove il pendio si incontra col ghiacciaio del Lys si giunge, deviando a sinistra sulla larga cresta, al colle di Felik (4065m). Da questo punto si sviluppa la cresta nevosa che conduce in vetta: dapprima con piccoli saliscendi poi, superata la quota 4093m, la cresta si fa più aerea e sottile e scende verso un colletto per risalire subito un dosso. Non rimane che proseguire con percorso aereo, stando un po’ sulla destra del filo per evitare le sempre presenti cornici, arrivando con un’ultima corta salita sulla cresta alla panoramica vetta.

Autore

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Bibliografia

Cartografia

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