Pierre Chanoux

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La vita dell'Abbé Chanoux è uno straordinario esempio di generosità e di amore per tutto il creato.
Nato a Champorcher il 3 aprile 1828, fin da giovanissimo coltivò il desiderio di diventare sacerdote. Dal 1860 si occupò della reggenza dell'Ospizio del Piccolo San Bernardo e vi restò fino alla fine dei suoi giorni, nel 1909.
A quell'epoca il colle era un'importante via di comunicazione, lungo la quale transitavano anche più di 15.000 persone all'anno. L'Ospizio aveva il compito di offrire rifugio a tutti coloro che ne avessero bisogno: ricevevano infatti del cibo ed un posto dove dormire. Nei frequenti giorni di bufera, Chanoux sfidava le intemperie, assieme al suo cane preferito di nome Rutor, per aprire una traccia nella neve o per cercare almeno di indicare la strada con una luce o con una campana. Non prestava soccorso solo alle persone, ma anche agli animali, come i cani, e talvolta anche alle mucche che si trovavano a transitare sul colle. La sua bontà era tale che, sebbene già in età avanzata, non appena la neve cominciava a sciogliersi, egli saliva i pendii in prossimità dell'Ospizio per riporre davanti alle tane delle marmotte del fieno, perché potessero subito riprendere le forze!
L'amore profondo che l'Abate nutriva per la natura, si manifestò in tutta la sua vastità con la creazione del giardino alpino Chanousia. Questo meraviglioso giardino era, a detta dello stesso Chanoux, un luogo di elevazione spirituale che si poneva l'obiettivo di proteggere le piante in via di estinzione e di educare la gente al loro rispetto, perché le ammirassero senza raccoglierle ed imparassero a riconoscerle.
Con la nascita di Chanousia, la fama dell'Abate che ospitava persone di tutte le nazionalità all'Ospizio e fiori di tutto il mondo nel giardino, crebbe fino a valicare i confini nazionali. Chanoux amò talmente le sue piante che anche con l'avanzare dell'età non smise mai di occuparsene: nonostante fosse diventato quasi cieco, continuava ad inginocchiarsi nel suo giardino ed utilizzava il binocolo per poter gioire ancora della bellezza di quelle "piccole e meravigliose creature del buon Dio".
Fu un grande amante della scienza e della cultura; nelle sue stanze arrivò a raccogliere 4000 libri di ogni argomento. Si interessò anche di archeologia e sul colle portò alla luce numerosi reperti: statuette, monete, colonne ed anche alcuni tratti della via Consolare della Gallie. Inoltre scoprì i resti di alcuni edifici romani e la colonna detta di Giove, sulla cui sommità appose una statua in legno da lui stesso creata. (Nel 1984, per proteggerla dalle intemperie e dal degrado, essa fu sostituita con una copia).
Chanoux infine, ebbe il merito di salvare nel 1872 i resti del Cromlech del Piccolo San Bernardo dalla totale distruzione ad opera dei lavori per la costruzione della strada nazionale, anche se purtroppo questa taglia in due parti l'antico sito di probabile origine celtica.
Era un valido alpinista e viene ricordato per aver contributo assieme agli abati Gorret, Vescoz e Carrel allo sviluppo dell'alpinismo italiano. Come ricorda il Vaccari, egli apprezzava anche le piccole cose della montagna e non saliva le cime per poter vantare famose ascensioni. Ammirava piuttosto la bellezza di un fiore, di una roccia e traeva dalle ascensioni preziosi elementi di studio.
Prima di partire per la spedizione in Himalaya, Joseph Petigax (la guida di Courmayeur del Duca degli Abruzzi) volle recarsi all'ospizio per incontrare Chanoux. Purtroppo l'Abate stava morendo, ma volle riceverlo lo stesso e gli disse: "Voi vi preparate per l'ascensione della più alta montagna del mondo, l'Himalaya; ed io mi preparo per una montagna ancora più alta la montagna del cielo."
Era il 10 febbraio del 1909; tre anni dopo il suo corpo fece ritorno al colle per riposare in una piccola cappella, vicino alle due cose che aveva tanto amato: l'Ospizio e la sua Chanousia.